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Antonio Madone, 60 anni, carpentiere, padre. Uccide la moglie con 23 coltellate e va al bar. Condannato a 16 anni e 8 mesi

Nubia (Trapani), 20 Novembre 2016


Titoli & Articoli

Uccide la moglie a coltellate e poi va al bar (La Sicilia – 20 novembre 2016)
E’ stato catturato e arrestato l’uomo che avrebbe ucciso a coltellate la moglie, Anna Manuguerra, casalinga di 60 anni. Antonio Madone, carpentiere di 60 anni, è stato bloccato dai carabinieri vicino la torre di Nubia, la frazione del comune di Paceo (Tp), dove è avvenuto il delitto. Non si conosce ancora il movente dell’’omicidio.
Madone era separato dalla moglie, con la quale però continuava a condividere l’abitazione che era stata appositamente suddivisa. Il delitto sarebbe avvenuto in mattinata, anche se il corpo è stato scoperto nel pomeriggio. Pare che l’uomo da qualche tempo dicesse in giro di sospettare che l’ex moglie frequentasse un altro uomo. Madone sarebbe andato al bar intorno all’ora di pranzo. Lì è stato visto da alcuni avventori; avrebbe bevuto un caffè e comprato le sigarette.

 

Uccide la ex moglie a coltellate. Dopo il delitto sorpreso in un bar mentre sorseggia un caffé L’uomo era separato dalla moglie, ma viveva nella stessa casa e sospettava che lei frequentasse un altro uomo (Rai News – 21 novembre 2016)
Uxoricidio a Nubia, una frazione  di Paceco, nel Trapanese. La vittima è una casalinga di 60 anni, Anna Manuguerra. I carabinieri dopo una breve caccia hanno bloccato il marito poco lontano dal luogo del delitto. L’uomo,  Antonio Madone, carpentiere di 60 anni, era separato dalla moglie, con la quale però continuava a condividere l’abitazione che era stata appositamente suddivisa. Avrebbe ucciso la donna a coltellate al culmine di una lite e il delitto sarebbe avvenuto ieri mattina, anche se il corpo è stato scoperto nel pomeriggio.
Un caffé dopo il delitto Mentre il cadavere dell’ex moglie giaceva in una pozza di sangue nell’appartamento che continuavano a condividere dopo avere fatto delle modifiche, lui intorno all’ora di pranzo era in un bar a bere un caffe’ e a comprare le sigarette. In quel momento nel locale, per un segno del destino, c’era anche il figlio che e’ carabiniere, ignaro che in quegli stessi istanti la madre si trovasse senza vita in casa e che ad ucciderla fosse stato proprio il padre.
E’ uno dei dettagli inquietanti di un delitto che ha sconvolto Nubia, una piccola frazione di circa 700 abitanti, nel comune di Paceco, nell’area delle saline di Trapani, meta di tanti turisti.
Fermato il marito Un delitto ancora poco chiaro, si sa che i carabinieri, dopo avere trovato il corpo e avere interrogato alcune persone, si sono messi sulle tracce dell’ex marito: Antonio Madone, 60 anni, che di mestiere fa il carpentiere. L’uomo e’ stato arrestato con l’accusa di omicidio nel tardo pomeriggio, poco lontano dalla propria abitazione, nei pressi della torre di Nubia. Gli investigatori stanno cercando di venire a capo del movente.
Il movente forse la gelosia  Pare che l’uomo da qualche tempo dicesse in giro di sospettare che l’ex moglie frequentasse un altro uomo. Tra i due i rapporti non erano sereni, in passato anche violenti. La donna, secondo quanto si apprende, spesso preferiva andare a dormire la notte in casa dell’anziana madre proprio per evitare di rimanere nella sua abitazione, nonostante fosse stata divisa in modo tale da creare due appartamenti in uno.
Alcuni testimoni hanno riferito agli investigatori che Madone intorno alle 13 si trovava in un bar di Nubia, dove avrebbe bevuto un caffe’ e acquistato le sigarette. Al bar l’uomo avrebbe avuto degli atteggiamenti strani, ma chi lo ha notato non ha fatto caso piu’ di tanto a quei gesti in quanto da tempo Madone avrebbe avuto comportamenti alterati e nervosi, attaccando briga per futili motivi.   Tre i figli della coppia, una femmina e due maschi: uno di questi fa il carabiniere, e segno del destino si trovava proprio nello stesso bar mentre il padre sorseggiava il caffè e la madre era riversa in casa, morta in una pozza di sangue.

FEMMINICIDIO DI NUBIA. L’UOMO ERA STATO CONDANNATO AL MANTENIMENTO PER 300 € AL MESE (il Sicilia – 21 novembre 2016)
L’uomo arrestato per il femminicidio di Nubia era stato condannato dal tribunale di Trapani a corrispondere alla moglie un assegno di mantenimento di 300 al mese. L’udienza si era svolta il 7 novembre e giungeva al culmine di una relazione parecchio conflittuale.
E’ questo il contesto nel quale è maturata la morte di Anna Manuguerra, casalinga di 60 anni uccisa a coltellate dal marito Antonino Madone, nel pomeriggio di ieri nella frazione di Paceco, nel trapanese. L’episodio è avvenuto al termine di un forte litigio nella casa dei due, che – secondo il provvedimento giudiziario – era accessibile ad entrambi i coniugi nonostante la donna avesse deciso di trasferirsi a casa della madre ottantenne. Venerdì i due avevano avuto una lite furibonda, al termine della quale il legale le aveva consigliato di denunciare l’episodio all’autorità giudiziaria.  La donna avrebbe preferito evitare, ponendo fiducia nel giudizio del Tribunale civile.

Si leva alta la voce di parenti e abitanti della piccola frazione di Nubia che smentiscono categoricamente ciò che è stato comunicato da alcune tv e giornali, in particolare nazionali, sulla sessantenne Anna Manuguerra.
«Non è assolutamente vero ciò che è stato detto o scritto riguardo al movente passionale. Invitiamo tutti ad informarsi bene sull’ onestà della donna uccisa. Siamo sconvolti per quello che si dice. Era una persona umile, tutta per la famiglia, che a volte lavorava per portare qualche soldo a casa». Riguardo ad Antonio Madone, il quale sospettava che sua moglie frequentasse un altro uomo, qualcuno lo indica come «manesco, abbastanza irascibile che non aveva contatti nemmeno con i propri parenti».

 

Omicido Manuguerra, Antonino Madone ha confessato il delitto (Tp24 – 13 gennaio 2017)
Accusato dell’omicidio della moglie Anna Manuguerra, Antonino Madone, per la prima volta dal 21 novembre scorso ha confessato al sostituto procuratore Antonio Sgarrella di esserne stato l’autore. L’uomo, carpentiere di 60 anni, di Paceco, lunedì scorso ha deciso di rispondere alle domande del magistrato, dicendo di essersi pentito del gesto e di non aver premeditato l’omicidio, ma che lo avrebbe fatto solo dopo la provocazione della moglie che gli avrebbe – secondo le sue dichiarazioni – puntato un coltello in faccia per farlo andare via di casa. Madone continuando nella sua ricostruzione dei fatti, ha detto che ha cercato di fermarla ne è nata una colluttazione finita con il folle omicidio.
Dichiarazioni e ricostruzione dell’omicidio, quelle di Antonino Madone, che sono totalmente all’opposto con quello che hanno dichiarato i figli della signora Manuguerra, secondo i quali in quella casa da tempo la signora aveva fatto sparire tutti i coltelli per la paura di essere aggredita dal marito. Per i familiari, invece, Madone sarebbe andato a casa, procurandosi prima il coltello utilizzato per il delitto, commesso, ricordiamolo, con trenta coltellate che non hanno lasciato scampo alla signora Manuguerra, cosa che non configurerebbe il delitto nell’ambito di uno raptus d’impeto. La Procura della Repubblica potrebbe chiedere il giudizio immediato evitando l’udienza preliminare. La difesa di Madone è orientata a chiedere il rito abbreviato per far beneficiare Madone di uno sconto di pena.

Paceco: uccide la moglie con 23 coltellate, condannato a 16 anni. “Non c’è crudeltà” (Tp24 – 14 novembre 2017)
Ha ucciso la moglie con 23 coltellate, al termine di una lite. Poi, tranquillo, è andato al bar. Eppure per Antonino Madone, l’uomo di Paceco protagonista di questa vicenda, il Tribunale di Trapani non ha riconosciuto l’aggravante della crudeltà, e, con le attenuanti generiche, ha condannato l’uomo a 16 anni di prigione per l’omicidio della moglie Anna Manuguerra.
I tre figli, di cui uno carabiniere, si sono costituiti parte civile contro il padre che ha ucciso, a coltellate, la madre.
A Madone, 60 anni, carpentiere, la Procura della Repubblica di Trapani contestava anche i maltrattamenti, le violenze e le vessazioni che avrebbe perpetrato ai danni dalla moglie dal 2011 sino al 20 novembre del 2016, giorno dell’omicidio.
La follia omicida del marito, Antonio Madone  si è consumato tra le mura domestiche, in via della Speranza, a Nubia, dove l’abitazione coniugale, da tempo, era stata suddivisa in due dopo che la coppia aveva deciso di separarsi. Un grosso coltello da cucina che ha devastato il corpo della donna e le ha procurato copiose perdite di sangue. A dare l’allarme sono stati la madre ottantenne della vittima, che vive accanto alla figlia, e uno dei figli della coppia. Oltre alla condanna a sedici anni, come pene accessorie, inoltre, Madone sarà sottoposto alla libertà vigilata per tre anni, dopo aver scontato la pena, ed è stato interdetto dai pubblici uffici. Alle parti civili dovrà essere pagata una provvisionale di 30 mila euro.


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