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Antonio De Pace, 27 anni, infermiere e studente di odontoiatria. Strangola la fidanzata. Ergastolo confermato in Appello

Furci Siculo (Messina), 31 Marzo 2020

 


Titoli & Articoli

Messina, studentessa di Medicina strangolata dal compagno. L’ultimo post di Lorena sul Coronavirus: «Amate la vita» (il Mattino – 31 marzo 2020)
Strangola la compagna al termine di una lite e poi chiama i carabinieri per denunciare quanto accaduto. È successo questa mattina a Furci Siculo, piccolo paese del Messinese. La vittima èLorena Quaranta, giovane studentessa al sesto anni di Medicina a Messina, ma originaria di Favara, in provincia di Agrigento.
Ad ucciderla sarebbe stato il compagno e convivente Antonio Di Pace, anche lui studente di Odontoiatria. La avrebbe soffocata durante un litigio, poi avrebbe tentato di togliersi la vita prima di chiamare i carabinieri. Sul posto investigatori e medico legale. La Procura di Messina ha aperto una inchiesta coordinata dal Procuratore Maurizio de Lucia.
Dalle foto sulla pagina facebook della vittima tutto sembra tranne che tra i due ci fossero problemi. Tanti scatti insieme, anche recenti. La coppia sempre sorridente e all’apparenza innamorata. Nulla faceva presagire una tragedia simile.
Lorena Quaranta, in quanto studentessa di Medicina, era molto coinvolta dall’emergenza Coronavirus. Solo l’11 marzo scorso aveva pubblicato un post con una foto di un infermiera che abbraccia l’Italia: «Ora più che mai bisogna dimostrare Responsabilità e amore per la VITA. Abbiate Rispetto di voi stessi, delle vostre Famiglie e del vostro Paese. E ricordatevi di coloro che sono quotidianamente in Corsia per curare i nostri malati. Rimaniamo uniti, ognuno nella propria CASA. Evitiamo che il prossimo malato possa essere un nostro caro o noi stessi».«È un dramma nel dramma. Stamattina ci siamo svegliati con la notizia di questa tragedia. Siamo sconvolti», dice Matteo Francilia, il sindaco di Furci Siculo. La tragedia in un appartamento in via delle Mimose, una zona residenziale alla periferia del paese.
L’università. Il rettore dell’università di Messina,  Salvatore Cuzzocrea, affida a un post su facebook la tristezza per quanto è successo. «Avendo appreso della drammatica notizia di un ulteriore femminicidio che vede coinvolta Lorena Quaranta, una studentessa del 6° anno del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina, esprimo profonda tristezza e dolore, a nome di tutta la comunità accademica, per quanto accaduto ed è vicino alla famiglia ed agli amici della giovane donna».
Rabbia social. «Bastardo, cosa inutile! Spero che in galera o ti ammazzi da solo o ti tagliano quelle piccole palle che hai», «Pezzo di m… e figlio di put…», «Ammazzati». Esplode sui social la rabbia contro Antonio De Pace, lo studente di Odontoiatria dell’Università di Messina, originario di Vibo Valentia, che oggi al culmine di una lite ha strangolato la sua compagna, Lorena Quaranta, originaria di Favara (Agrigento), anche lei studentessa di Medicina. La tragedia in un appartamento in via Delle Mimose, alla periferia del piccolo centro in provincia di Messina, dove il giovane avrebbe anche tentato di togliersi la vita, tagliandosi le vene, prima di chiamare il 112.
Sul suo profilo le immagini in sella a una moto e gli scatti sorridenti con la vittima. Abbracciati e felici. «Se non ti castiga il Signore, spero lo facciano altri!!!!!!!!! Rifiuto umano, sei solo questo», scrive Michela. La rabbia ha la voce delle donne. «Devi patire profondamente per quello che hai fatto – scrive Sara -, ingiustificabile, assurdo, che di uomo non hai niente», «Schifosoooo bastardooo devi marcire in carcere !!!!!!», aggiunge Graziella.

Coronavirus, studentessa uccisa a Messina, il compagno: «L’ho fatto perché mi ha trasmesso il virus» (il Mattino – 1 aprile 2020)
«L’ho uccisa perché mi ha trasmesso il coronavirus». Lo ha detto agli inquirenti Antonio De Pace, lo studente calabrese che si è accusato di avere strangolato ieri la compagna, Lorenza Quaranta, 27 anni, anche lei studentessa di Medicina a Messina. Sia la ragazza che lui sono risultati, invece, negativi al coronavirus, come si apprende dalla Procura. Per i magistrati sono frasi «senza senso». Il ragazzo non ha voluto aggiungere altro. Si terrà domani la convalida del fermo del ragazzo eseguito dal Procuratore capo Maurizio de Lucia.

Femminicidio Lorena Quaranta, l’infermiere Antonio De Pace condannato all’ergastolo (Messina Today – 14 luglio 2022)
La decisione della Corte d’Assise per il giovane che uccise la fidanzata nella loro casa di Furci a marzo del 2020. Non è stata riconosciuta la premeditazione
Antonio De Pace, l’uomo che la notte del 31 marzo 2020 ha ucciso la fidanzata Lorena Quaranta nella loro casa di Furci Siculo, è stato condannato. Il 29enne calabrese dovrà scontare l’ergastolo, pena che era stata richiesta dall’accusa, il pm Roberto Conte, al termine della requisitoria. Esclusa la premeditazione. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Assisse dopo sei ore in camera di consiglio.
La notizia, attesa da due anni e mezzo, è stata accolta come una liberazione dalla famiglia della vittima, che si è battuta insieme al suo legale per ottenere giustizia per Lorena. Quando è stata chiesta la perizia psichiatrica, in tanti, amici e parenti, hanno temuto che quel ragazzo – all’epoca dei fatti vittima di una “importante condizione ansiosa” legata alla preoccupazione di rimanere contagiato dal Covid – potesse trovare una scappatoia alla giustizia.
Ma l’infermiere Antonio De Pace era “imputabile”, era capace di intendere e di volere, anche quando ha prima picchiato e poi messo le mani al collo della sua donna per strangolarla. Per un banale litigio, avvenuto la sera prima e terminato poi in tragedia nell’appartamento di Furci. De Pace aveva poi tentato il suicidio, si era procurato dei tagli prima di chiamare i carabinieri e trincerarsi in un lungo silenzio, senza riuscire mai a spiegare le ragioni del gesto.
“Forse perchè si cerca un movente che non c’è – aveva spiegato a MessinaToday lo psicoterapeuta Domenico Barrilà – l’unico è il vuoto di un maschile che non evolve, anzi più passa il tempo e più si ritrova nudo davanti alla voragine della sua progressiva regressione, un baratro accentuato, per contrasto, dalla vertiginosa ascesa del femminile, che non accenna a fermarsi e travolge ogni resistenza. Sarebbe ingenuo radicalizzare il giudizio, ma le evidenze non sono consolanti per i maschi, né per chi li educa”.
Evidenze che sono anche nei numeri. Dal primo gennaio al 19 giugno di quest’anno sono state 56 vittime donne secondo i dati del Viminale, una ogni tre giorni. La giovane di Favara quell’anno, si sarebbe dovuta laureare con una tesi in Pediatria. Ad ottobre del 2020 l’Università di Messina la proclamerà dottoressa in Medicina e Chirurgia, con la votazione di 110 e lode. Ad assistere la famiglia Quaranta, che ha chiesto due milioni di risarcimento, l’avvocato Giuseppe Barba. Alla famiglia è stata riconosciuta una provvisionale di circa 200mila euro. De Pace è difeso dai legali Bruno Ganino e Salvatore Silvestro.

Omicidio Lorena Quaranta, confermato in appello l’ergastolo per il fidanzato Antonio De Pace (Agrigento Notizie – 18 luglio 2023)
Nessuno sconto di pena per l’infermiere accusato di avere ucciso, nel marzo del 2020 a Furci Siculo, la ragazza con cui conviveva
Nessuno sconto di pena in appello: confermato il carcere a vita per Antonio De Pace, l’infermiere accusato di avere ucciso la fidanzata Lorena Quaranta di Favara nell’appartamento che condividevano a Furci Siculo nel Messinese. Era il marzo del 2020, quando scoppiò la pandemia da Covid-19. La giovane di Favara quell’anno, si sarebbe dovuta laureare con una tesi in Pediatria. L’’Università di Messina la proclamò dottoressa in Medicina e Chirurgia, con la votazione di 110 e lode.
Durante il processo di secondo grado la pubblica accusa aveva invocato la concessione delle attenuanti generiche nei confronti del giovane di origini calabresi. I giudici però non hanno concesso nessun riduzione della pena che quindi, anche in appello, rimane l’ergastolo.  A pesare, nella ricostruzione della Procura, la mancanza di episodi violenti pregressi e le modalità dell’omicidio simili ad un raptus. Una ricostruzione che ha lasciato l’amaro in bocca ai familiari della ragazza , difesi dall’avvocato Giuseppe Barba. “Riteniamo – aveva detto il legale – che la sentenza di primo grado vada confermata, l’ergastolo è stato dato con motivazioni ineccepibili.
L’infermiere calabrese era stato dichiarato capace di intendere e di volere, quindi imputabile, al termine della perizia effettuata per conto della procura dal professore Stefano Ferracuti che aveva evidenziato l’assenza di “disturbi psichiatrici” nel ragazzo di origini calabresi, all’epoca dei fatti vittima di una “importante condizione ansiosa”. La Corte ha deciso anche i risarcimenti ai genitori di Lorena (100mila euro) e ai fratelli (50mila) assistiti dall’avvocato Giuseppe Barba. A costituirsi Parti civili anche il Cedav e l’associazione “Una di noi”.


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