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Antonino La Targia, 46 anni, imprenditore, padre. Depresso e disabile dopo un incidente, minaccia ripetutamente e infine uccide la ex moglie con una pistola rubata al parroco. Al funerale, il quartiere lo saluta come “uno di noi”

Venaria Reale (Torino), 26 Settembre 2020

 


Titoli & Articoli

Antonino La Targia: l’uomo che ha invitato a casa l’ex moglie per un caffè e l’ha uccisa (Today – 27 settembre 2020)
I due si stavano separando. Qualche ora prima del delitto l’uomo aveva manifestato le sue intenzioni su Facebook. La coppia aveva due figli.
Antonino La Targia, 46 anni, da due in sedia a rotelle dopo un incidente in moto, ieri sera a Venaria in provincia di Torino ha invitato Maria Masi, la moglie con cui si stava separando, a casa per un caffè e le ha sparato almeno sei volte. Poi è salito in casa e si è suicidato, con la stessa pistola che si era procurato illegalmente. È successo poco prima delle sette di sera, in un parcheggio di via Druento 150, davanti all’Allianz Stadium, alle porte di Torino. TorinoToday racconta che secondo quanto ricostruito dagli investigatori la coppia, che aveva vissuto insieme nel palazzo soprastante il piazzale, si stava separando. Da qualche giorno la donna era andata a vivere a Torino dai genitori con i loro due figli di 14 e 11 anni. L’uomo aveva già minacciato la moglie e un paio di settimane fa i carabinieri della compagnia cittadina, informati dei fatti, avevano segnalato il codice rosso in procura nonostante lei non volesse sporgere denuncia. Le avevano anche consigliato di non avvicinarsi a lui, ma oggi lei si era lasciata convincere a vederlo. Qualche ora prima del delitto l’uomo aveva manifestato velatamente le sue intenzioni su Facebook. L’arma è risultata rubata e in casa sono stati trovati una ventina di colpi oltre a quelli sparati.
Al momento della tragedia i due figli della coppia, di 14 e 11 anni, erano dai nonni,
dove da qualche tempo si era trasferita la donna. I testimoni non si sono accorti di cosa era accaduto, tanto che qualcuno sembra abbia anche aiutato l’uomo a salire con la sedia a rotelle i gradini dell’ingresso di casa. Una volta nell’appartamento, l’uomo si è sparato un colpo alla tempia, lasciando orfani i suoi due figli.

 

TRAGEDIA ANNUNCIATA? Omicidio suicidio di Venaria: la condanna a morte di Maria annunciata su Facebook (PrimaTorino – 27 settembre 2020)
“Mi è sembrato di vivere un film, ora quel film è finito”. Dopo il terribile omicidio-suicidio avvenuto sabato 26 settempre a Venaria emergono inquietanti dettagli. In via Druento 150 a Venaria, poco prima delle 19, un uomo ha ucciso la sua compagna e poi si è tolto la vita. Il dramma si è consumato nella serata di sabato al civico 150 quando Antonino La Targia, 46 anni, ha fatto fuoco contro Maria Masi, che avrebbe compiuto 42 anni fra qualche giorno. Lui, costretto sulla sedia a rotelle in seguito a un incidente, pare non accettasse la separazione dalla donna con la quale aveva avuto anche due figli. Dopo aver fatto fuoco e freddato la moglie La Targia si è tolto la vita con la medesima arma, sparandosi ad una tempia all’interno della propria abitazione, situata vicino luogo dell’omicidio. Alla luce dei fatti suona sinistro il messaggio che l’uomo ha postato sui Facebook quattro ore prima della tragedia:

“Mi è sembrato di vivere in un film, ora quel film è finito”.

L’arma con cul La Targia ha ucciso Maria e che ha poi rivolto contro di sè era illegalmente detenuta.
Chi erano Antonino e Maria
Antonino La Targia, 46 anni, era stato il titolare di un solarium a Venaria fino a due anni fa. L’uomo aveva abbandonato la gestione dell’attività da quando era finito sulla sedia a rotelle per via delle conseguenze di un grave incidente motociclistico. “Tony”, come lo chiamavano amici e conoscenti, non accettava la separazione dalla sua “Mery” che era andata via di casa, trasferendosi dai genitori, portando con sè i figli adolescenti. Una rabbia che è cresciuta nel tempo, fino a sfociare in alcune minacce all’indirizzo di Maria:Te la faccio pagare“, le avrebbe detto recentemente.
Ma lei, nonostante iniziasse a senirsi intimorita da quell’escalation inquietante, ha accettato di incontrare Antonino nei pressi dell’Allianz Stadium per tentare un chiarimento. Una persona generosa e mite che secondo il racconto di chi la conosceva si divideva tra lavoro e accudimento dei figli e del marito, dopo l’incidente che l’aveva reso invalido. Fiduciosa di poter trovare una conciliazione si è presentata all’appuntamento dove ha invece trovato la morte. Secondo la ricostruzione dei fatti La Targia dopo aver esploso diversi corpi all’indirizzo dell’ex ha abbandonato il cadavere riverso nell’auto ed è tornato a casa per terminare il suo piano; il 46enne avrebbe chiesto aiuto a dei ragazzi per raggiungere il pianerottolo del suo palazzo con la sedia a rotelle poi, una volta entrato nel suo appartamento, ha rivolto l’arma contro di sè, chiudendo nella peggiore delle maniere i conti.

 

OMICIDIO-SUICIDIO DI VENARIA – Maria Masi uccisa da almeno sei colpi di pistola: arma rubata (Quotidiano Venria – 27 settembre 2020)
Questo l’esito del sopralluogo effettuato dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino e dai colleghi della compagnia di Venaria durante le indagini legate all’omicidio-suicidio avvenuto nella serata di ieri. Maria Masi, l’infermiera 41enne uccisa nella serata di ieri in via Druento a Venaria, sarebbe stata freddata da almeno sei colpi di pistola, tutti esplosi nel tronco del corpo della donna. Questo l’esito del sopralluogo effettuato dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino e dai colleghi della compagnia di Venaria durante le indagini legate all’omicidio-suicidio avvenuto nella serata di ieri. Nella Dacia Duster della donna sono stati trovato nove bossoli. Tutti esplosi da Antonino La Targia, il 46enne già titolare di un solarium a Venaria e disabile a causa di un incidente, che si è poi ucciso una volta tornato a casa. La pistola utilizzata per l’efferato omicidio, una 9×21 IMI, mod Jericho, per gli inquirenti è oggetto di furto ed aveva ancora un colpo in canna. I militari dell’Arma hanno trovato in un cassetto del salone dell’abitazione dell’uomo anche una ventina di proiettili inesplosi.

Uccide la moglie poi si spara, sua sorella parla della vittima: “Non era una santa” (The Post Internazionale – 8 ottobre 2020)
Il 26 settembre Maria Masi, infermiera di 41 anni, è stata uccisa dal marito da cui si stava separando. Stavano insieme da 17 anni, due anni fa Antonino aveva avuto un incidente in moto ed era finito su una sedia a rotelle. Lui non aveva mai accettato la nuova situazione, il loro matrimonio non era riuscito a superare la rabbia di Antonino e la conflittualità dovuta al nuovo, complesso equilibrio. Maria a fine agosto si era allontanata da casa con i figli, Antonino La Targia il 26 settembre le ha chiesto un appuntamento, si sono incontrati al parcheggio sotto casa a Venaria, vicino Torino. Antonino ha estratto una pistola e l’ha uccisa con sei colpi. Ne ha conservato però uno per sé e si è tolto la vita. Maria e Antonino erano genitori di due figli di 11 e 14 anni.
“Questa mattina ci siamo strette nel ricordo di Tony La Targia, uno di noi!”, ha scritto su Facebook in quanto “rappresentante del Comitato Pietra Alta e di tutto il quartiere”Un post che ha indignato e stupito, e che una delle sorelle di Antonino, Mery, commenta così: “Chissà quanto ci ha odiato oggi con tutti i preti che gli abbiamo fatto vedere, però poi gli abbiamo fatto un festone!”.
Un festone? Uno di noi? Come un assassino che aveva già minacciato la moglie di dare fuoco alla casa con lei e i figli dentro possa essere “uno di noi” o avere una festa con tanto di palloncini colorati al funerale, non è ben chiaro. Manca solo la richiesta di una medaglia per meriti civili.
Chiedo spiegazioni a una delle sorelle di Antonino, Loredana, che mi contatta per spiegare la posizione della famiglia. “Noi non concepiamo il gesto che ha fatto mio fratello, ma non ci sta bene che i commentatori social definiscano mia madre “madre dell’assassino” o che io sia colpevolizzata per quello che ha fatto mio fratello”.
Nessuno colpevolizza la famiglia, però la festa al funerale…
Senta. Mio fratello e sua moglie erano una coppia invidiata da tutti, stavano insieme da 17 anni. Noi per 17 anni abbiamo mangiato merda perché mia cognata non era la santa che voi giornalisti avete dipinto. Aveva un brutto carattere ma lo avevamo accettato per amore della famiglia.
A parte che nessuno l’ha santificata, ma questo cosa c’entra con l’omicidio?
Era talmente una brava infermiera che mio fratello aveva una piaga da decubito perché non lo curava più. Ripeto che è inammissibile quello che ha fatto lui, ma il 15 agosto aveva tentato il suicidio, se mio fratello avesse voluto ammazzarla lo avrebbe già fatto quel giorno.
Scusi eh, ma poi l’ha ammazzata.
Ripeto, non lo giustifico, anzi, mia madre è quasi più dispiaciuta per sua nuora.
I due figli come stanno? Sono rimasti orfani da un giorno all’altro.
Ho scritto a D., il quattordicenne, non è venuto al funerale del padre. Gli ho mandato due rose. Ci siamo scritti che ci vedremo tra un po’, lui mi ha detto che deve passare un po’ di tempo e che mi vuole bene. Io che ci vedremo per coccolarci e piangere insieme. Ha rabbia per il padre, è comprensibile, dice che lo andrà a trovare al cimitero da solo per parlargli.
Mi dice cosa c’entra l’eventuale brutto carattere di una donna con quello che è successo?
Visto che tutti l’hanno dipinto come il disabile che ha ucciso la moglie, intanto via messaggio quando lui le scriveva “io mi ammazzo” lei rispondeva che non aveva le palle per farlo. Poi mio fratello aveva una grave disabilità, lo aiutava anche una badante, la moglie lo rimproverava “Ti piace stare sul divano”. Lui era pieno di vita prima dell’incidente, aveva un solarium, aveva tanti amici.
Un santo.
Non era affatto un santo, era diventato anche cattivo verso di noi dopo l’incidente, ma anche lei ci trattava male.
Sicuramente l’incidente aveva inasprito tutto, ma questo che c’entra con un omicidio?
Lei quando lui era in ospedale appena avuto l’incidente disse “Tanto adesso nel culo ce l’ho io, non voi!”. Aveva capito a cosa andava incontro con mio fratello disabile, essendo un’infermiera.
Scusi, a parte che non so se è vero, anche fosse stata la peggiore moglie del mondo, perché racconta tutto questo? Non è mica un’attenuante, non è che dipingendo questa donna così, assolve suo fratello.
No, non dico questo. Secondo me lui è andato fuori di testa per i figli, perché li ha visti allontanarsi. Poi c’è lei che si voleva fare quel tatuaggio…
Cioè?
Voleva tatuarsi “Io voglio vivere. Questa vita non mi appartiene”. Ha sempre detto anche su TikTok questa cosa.
Ma che c’entra? Non sarà stato facile trovarsi in questa situazione.
Mio fratello era morto due anni fa. Ci ha fatto fare una vita di inferno, non accettava questa situazione. Era meglio se Gesù se lo prendeva con l’incidente, è stato depresso.
E quindi sua moglie era provata, non è facile stare accanto a un uomo così, depresso, arrabbiato.
Nel matrimonio si dice “nel bene e nel male”, se tu moglie non riesci a tirarlo fuori dal baratro… dobbiamo farlo noi?
Mica ci si riesce sempre a tirare fuori dal baratro, dalla depressione. Comunque, cosa ne pensa del comitato di quartiere che scrive “Tonino uno di noi?”.
Uno come noi non vuol dire un assassino come noi.
Beh, è un assassino. Avete fatto volare i palloncini. Sua sorella ha parlato di festone.
Nonostante il suo gesto atroce era nostro fratello.
Forse basta solo un po’ di basso profilo.
Anche lui è andato via dannato, per il gesto che ha fatto.
Non è la vittima della situazione.
Per carità, non lo giustifico, lo scriva, non gli ho mai dato ragione.
Ci mancherebbe pure che dicesse ha fatto bene a sparare alla moglie.
Ma lei non era la Maria Goretti della situazione.
Ancora? Lei continua con i “ma”.
Dico che è andato fuori di testa, che gli amici gli dicevano che lei aveva un altro, che lui andava in macchina da lei e doveva aspettarla sotto due ore…”.
Mi sembra che possa succedere in tante coppie.
Non dimentichi che era un disabile.
Non era l’unico disabile.
Una moglie con un marito disabile non lo fa aspettare due ore. Hanno gestito male la cosa, mio fratello era innamorato della moglie, tanto.
L’ha ammazzata, alla faccia dell’amore.
Senta, non aveva diritto di ucciderla, non so nemmeno chi abbia dato la pistola a mio fratello, hanno anche detto che l’ha rubata a un prete, ma come si permettono di insinuarlo, erano sparite da 4 anni quelle pistole dalla canonica.
Mi sembra il problema minore questo, no? Ha scritto ai genitori di Maria?
Non ho il coraggio. Per noi è un doppio lutto, fa male. Ma noi siamo vittime come gli altri, nessuno ci additi come colpevoli.
(di Selvaggia Lucarelli)


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