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Angelo Visciglia, 64 anni, pregiudicato per spaccio e altri reati, padre. Ammazza la moglie a coltellate. Condannato a 16 anni

Pinerolo (Torino), 28 Marzo 2017


Titoli & Articoli

Angelo Visciglia, l’uxoricida di Pinerolo: una persona irascibile, nei guai per spaccio di droga (Torino Today – 28 marzo 2017)
Contro la moglie Battistina Russo ha sferrato 11 coltellate: “Mi lasciava sempre solo e senza soldi”
Un pregiudicato di basso calibro, quasi sempre nei guai per spaccio di droga, con un carattere irascibile e litigioso. Questo il ritratto di Angelo Visciglia, 64 anni, arrestato dai carabinieri dopo avere ucciso la moglie 52enne Battistina Russo, addetta alle pulizie, in stradale Poirino 37 a Pinerolo. L’uomo ha accoltellato la moglie alzandosi dalla sedia a rotelle su cui era parzialmente costretto dal 1999. Aveva una protesi dopo avere subito l’amputazione della gamba destra,
“Mi lasciavano sempre solo e senza soldi. Così oggi, quando è capitato ancora, non ci ho visto più”. Questo il racconto dell’uomo, nella caserma cittadina, davanti al tenente Pasquale Penna, comandante della compagnia dei carabinieri di zona. La lite si è sentita dall’appartamento al primo piano del basso fabbricato dove è avvenuta la tragedia. Qui abitano quattro famiglie in due scale. Il vicino di pianerottolo, al momento dell’assassinio, era però fuori casa e a dare l’allarme è stato lo stesso omicida, dopo avere sferrato alla moglie 11 coltellate su tutto il corpo. A difendere Visceglia ora è l’avvocato Cristiana Bruno. Il figlio Andrea, un trentenne, è arrivato a casa una volta avvisato dai carabinieri e poi è andato via con amici. Verrà sicuramente ascoltato anche lui per chiarire i contorni della tragedia familiare. “Angelo non amava lavorare”, dice chi lo conosce bene. La famiglia aveva abitato a lungo a Pinerolo, poi si era trasferita al sud ma una decina di anni fa aveva deciso di tornare.

Lettere dal carcere dell’uomo che accoltellò la moglie: “Ho fatto bene ad ammazzarla” (la Stampa – 15 settembre 2017)
Chiesti 20 anni di condanna, il pensionato rivendica il delitto: “Non mi dava i soldi”
È racchiuso in una decina di lettere scritte dal carcere l’odio che Angelo Visciglia, 64 anni, nutriva nei confronti della moglie Battistina Russo, di 52. Un rancore che lo scorso marzo, dopo l’ennesima lite, ha armato la mano dell’uomo, che con violenza e brutalità si è scagliato contro la donna uccidendola con sette coltellate. Un delitto efferato ripercorso adesso in un’aula di tribunale davanti al gup Maria Francesca Abenavoli.
L’uomo è chiuso in cella dal giorno del delitto. E da lì ha inviato alcune lettere al figlio Valerio, ai parenti della donna e anche alla casa di riposo in cui Battistina, per tutti Tina, lavorava come addetta alle pulizie. Lettere farneticanti, scritte con rabbia e cariche d’insulti. Nelle missive il pensionato rivendica il delitto, e anche adesso che Battistina non c’è più continua ad accanirsi contro di lei: dopo averne annientato il corpo, prova a ucciderne anche la reputazione. «È quello che si meritava, era una strega», si legge. «Non mi aiutava, non mi dava i soldi», ribadisce Visciglia nelle missive costellate di insulti e ingiurie rivolti non solo alla moglie, ma anche al figlio. Gli scritti, presentati in aula nel corso del processo che si svolge con rito abbreviato, rafforzano il movente del delitto e mostrano con chiarezza come l’imputato non nutra alcun rimorso e non sia pentito di quanto avvenuto la sera del 30 marzo nella casa in via Poirino, a Pinerolo.
Visciglia non lavorava, era senza una gamba a seguito di un incidente e percepiva una piccola pensione. Era Battistina Russo a provvedere a tutto, grazie ai soldi guadagnati come addetta alle pulizie. Ma per l’uomo il denaro non bastava mai. Quella sera, quando la donna si è rifiutata di dargli altri soldi, si è alzato dalla sedia a rotelle e l’ha aggredita alle spalle con un coltello. L’autopsia ha rivelato che Tina non ha avuto modo di difendersi. Nessuna delle ferite riportate al volto, al collo e al torace è stata mortale: la donna sarebbe quindi morta dissanguata sotto gli occhi del marito. Nel corso del processo il pm Monica Supertino ha chiesto una condanna a 20 anni di carcere per omicidio volontario, con l’aggravante di aver agito per futili motivi. Nel procedimento si sono costituiti parte civile il figlio Valerio, con l’avvocato Marco Ottino, alcuni parenti della donna, assistiti dall’avvocato Anna Ronfani, e anche l’associazione Telefono Rosa, patrocinata dall’avvocato Francesca Violante. Il processo si chiuderà il 29 settembre con la sentenza.

Femminicidio Russo: il processo. Il figlio “Non mi interessa nulla di quello lì” (Voce Pinerolese – 15 settembre 2017)
Di quello lì non voglio sapere nulla. Non mi interessa. Può scrivere quello che vuole. E con questo non voglio dire più nulla”. A parlare a Voce Pinerolese è Valerio Visciglia, il figlio di Battistina Russo, 52 anni, uccisa dal marito Angelo Visciglia, 64 anni, il 30 marzo 2017 nella loro abitazione in via Poirino a Pinerolo.
L’assassino, dal carcere, ha scritto lettere a molte persone, figlio compreso. lettere piene di odio nei confronti di Battistina Russo. Un odio che si era palesemente manifestato quando ha ucciso sua moglie, colpita al petto e al volto con colpi di coltello. Colpita alle spalle.
Intanto, nel tribunale di Torino, si sta svolgendo il processo (rito abbreviato) con giudice Maria Francesca Abenavoli, Pubblico Ministero Monica Supertino. L’associazione per la difesa delle donne “Telefono Rosa” di Torino è parte attiva nel processo . Valerio vuole dimenticare al più presto questa terribile esperienza. Adesso vive in Calabria e non ha più intenzione di tornare a Pinerolo.

 

Pinerolo, uccide la moglie: condannato a 16 anni (La Stampa – 29 settembre 2017)
L’aveva accusata di non occuparsi a sufficienza di lui, costretto su una carrozzina
Questa mattina, venerdì 29 settembre, nel tribunale di Torino, ė stato condannato a 16 anni di reclusione Angelo Visciglia, a marzo aveva ucciso a coltellate la moglie, Battistina Russo. Il pm Monica Supertino aveva chiesto una pena di 20 anni. Il delitto è avvenuto lo scorso marzo nell’abitazione della coppia, in via Poirino, a Pinerolo. Visciglia è invalido e all’epoca dei fatti non lavorava: era la moglie, addetta alle pulizie in una casa di cura, a provvedere a tutte le necessità della famiglia. La sera del delitto, marito e moglie hanno litigato. Visciglia pretendeva più soldi e quando la donna si è rifiutata di dargli altro denaro, lui l’ha aggredita alle spalle con un coltello. L’autopsia ha rivelato che Battistina Russo non ha avuto modo di difendersi. Nessuna delle ferite riportate al volto, al collo e al torace è stata mortale: la donna sarebbe quindi morta dissanguata sotto gli occhi del marito. Visciglia ha poi chiamato i carabinieri.
Nei mesi scorsi l’uomo, rinchiuso nel carcere Lorusso Cotugno, ha inviato al figlio e ai colleghi di lavoro della vittima alcune lettere nelle quali rivendicava il delitto. «E’ quello che si meritava, era una strega» scrive Visciglia, che non risparmia insulti alla donna.
La Cgil, che domani sarà in tutte le piazze per manifestare contro i femminicidi, ritiene che la pena irrogata sia lieve in relazione al crimine commesso.


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