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Angelo Lavarra, 43 anni, guardia giurata, padre. Uccide l’ex moglie con un colpo di pistola e simula un suicidio. Condannato a 30 anni

Marano Vicentino (Vicenza), 20 Novembre 2018


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«Un “cantiere” per simulare il suicidio di Anna» (Il Giornale di Vicenza- 4 dicembre 2018)

Indizi oggettivi che porterebbero tutti in un’unica direzione: Angelo Lavarra, la guardia giurata di 43 anni, originario di Massafra in provincia di Taranto, è l’assassino della sua ex moglie, Anna Filomena Barretta, 42 anni, commessa al Carrefour di Thiene, trovata morta la mattina del 20 novembre scorso nella camera da letto dell’appartamento di via Aldo Moro a Marano (dove viveva l’ex marito con le due figlie).
È infatti su questa convinzione che si basa l’ordinanza firmata sabato dal giudice per l’udienza preliminare, Massimo Gerace, che ha disposto per il metronotte, assistito dagli avvocati Rosanna Pasqualini e Lucio Zarantonello, la custodia cautelare in carcere. Il gip, confermando il convincimento degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Luigi Salvadori, sosterrebbe che Lavarra avrebbe di fatto costruito un “cantiere” per cercare di simulare il suicidio di Anna. Che invece sarebbe stata ammazzata da lui evidentemente incapace di frenare la sua gelosia.
La commessa, mamma di due figlie di 16 e 11 anni, non è stata uccisa nella stanza da letto dove è poi stata trascinata dal marito e trovata dai soccorritori; e il sangue sarebbe stato lavato con accuratezza provando quindi a ricreare uno scenario compatibile con un suicidio anche se tutti gli indizi «oggettivi» sarebbero lì a testimoniare l’esatto contrario.
Il giorno del delitto Lavarra ha chiamato alle 10.10 il centralino del 118 e alle 10.12 quello dei carabinieri affermando che l’ex moglie si era uccisa. L’ipotesi del suicidio ha però cominciato a vacillare quando il medico del Suem, Giuseppe Giannico, che ha constatato la morte, ha riscontrato il rigor mortis che solitamente si manifesta tre ore dopo il decesso. Durante l’ispezione cadaverica è poi stato riscontrato che il proiettile partito dalla Beretta calibro 9 del vigilante aveva colpito la vittima sulla parte sinistra della nuca, una posizione insolita per un suicidio.
Altri dettagli, anche questi finiti nell’ordinanza del gip, e decisivi per firmare la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dell’ex marito della vittima, sono quelli forniti dai riscontri dell’autopsia. Il medico legale ha stabilito che il colpo non era stato sparato a bruciapelo, ma da 20-30 centimetri di distanza. Per di più la donna avrebbe dovuto impugnare l’arma con la mano sinistra, ma lei non era mancina.
Con il vigilante in carcere le indagini dei militari del nucleo investigativo di Vicenza stanno comunque proseguendo. Angelo Lavarra e Anna Barretta si erano consensualmente separati pochi giorni prima della tragedia. Le tensioni e le problematiche, tra i due, erano però importanti. Anna, nel 2009 e nel 2015, era finita al pronto soccorso per due volte. In entrambi i casi aveva dichiarato di essere stata picchiata dal marito. I medici le avevano riscontrato la frattura del setto nasale e la lesione di un timpano. Lei, subito dopo essere stata dimessa non aveva però voluto sporgere denuncia. Lavarra, quando è stato interrogato dopo il fermo disposto dal sostituto procuratore ha negato. «Al massimo ci davamo qualche strattone», avrebbe detto agli inquirenti. Fermo nella sua posizione di sostenere la sua totale estraneità alle accuse che gli vengono rivolte. Davanti al gip, sabato mattina, ha fatto scena muta rimettendosi a quanto detto in sede di interrogatorio. Per lui quegli indizi «oggettivi», multipli e concordanti con l’ipotesi di un delitto non esistono.

Uccise l’ex con un colpo di pistola in testa e simulò il suicidio: condannato a 30 anni (FanPage – 2 marzo 2020)
Trenta anni di carcere per Angelo Lavarra, l’uomo che ha ucciso con un calibro nove l’ex moglie Anna Filomena Barretta, il 20 novembre 2018, nella loro casa di Marano Vicentino (Vicenza), simulandone il suicidio. Movente del delitto la gelosia: l’ex metronotte, infatti, non accettava la separazione.
Trenta anni di carcere per Angelo Lavarra, l’uomo che ha ucciso con un calibro nove l’ex moglie Anna Filomena Barretta, il 20 novembre 2018, nella loro casa di Marano Vicentino (Vicenza), simulandone il suicidio. È la pena inflitta all’ex metronotte dal giudice del tribunale di Vicenza, Maria Trenti. Il delitto risale a due anni fa, quando la quarantunenne è stata ritrovata senza vita nell’appartamento di via Aldo Moro, con un proiettile in testa e la pistola del marito accanto. La scena era compatibile con quella di un suicidio, ma l’esame balistico, l’autopsia sul corpo della vittima e le indagini dei RIS nell’appartamento, condussero le indagini verso l’ipotesi di omicidio. Sotto la lente finì immediatamente il marito, le cui dichiarazioni non collimavano con le conclusioni degli esami scientifici.
Arrestato pochi giorni dopo, Lavarra, che aveva chiamato i soccorsi dicendo che la moglie si era uccisa con la sua pistola di ordinanza, confessò il femminicidio. Il 44enne ammise di aver sparato alla moglie e di aver trascinato il cadavere dal luogo del delitto nella nella stanza da letto, per nasconderlo alle due figlie presenti in casa. Dopo aveva ripulito la scena del crimine, nel tentativo di simulare un suicidio.‍ Ventiquattr’ore aveva chiamato ai soccorsi. Anche in questo caso il movente sarebbe stato la gelosia.

 

 


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