Albano Galati, 56 anni, padre. Uccide la moglie a coltellate e si costituisce. In carcere tenta il suicidio
Taurisano (Lecce), 18 Maggio 2024
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Uccisa a coltellate dal marito, in casa c’era anche il figlio 12enne. L’uomo ai pm: “Non ricordo nulla” (Fan Page – 17 marzo 2024)
Il femminicidio di Aneta Danelczyk, 50 anni, a Taurisano: il marito Albano Galati si è prima costituito, poi dopo un malore avrebbe detto ai pm di non ricordare nulla. Era da poco in cura in un Centro di igiene mentale: il Comune ha fatto sapere che si occuperà dei figli della coppia.
“Non ricordo nulla”. È questo quanto avrebbe detto nel corso di un lungo interrogatorio Albano Galati, il 57enne di Taurisano che ha ucciso a coltellate la moglie 50enne Aneta Danelczyk ferendo anche la vicina di casa a cui la vittima aveva chiesto aiuto per sfuggire alla furia del marito.
Il femminicidio nel Salento: la donna uccisa con un coltello da cucina. Dopo il femminicidio l’uomo si è costituito in commissariato. Poi si sarebbe sentito male e avrebbe perso i sensi. Una volta rinvenuto, dopo l’intervento di un’ambulanza, ai pm avrebbe appunto detto di non ricordare nulla, neanche perché si trovasse lì in quel momento. La pm Giorgia Villa ha disposto il fermo e il suo trasferimento in carcere in vista dell’interrogatorio di convalida. Deve rispondere dei reati di omicidio e tentato omicidio poiché la vicina di casa, 55 anni, è rimasta ferita, fortunatamente in maniera non grave. Il magistrato ha anche disposto l’autopsia sul corpo della vittima che sarà eseguita mercoledì dal medico legale Roberto Vaglio. Da un primo esame esterno risulta che l’uomo abbia inferto almeno nove fendenti con un coltello da cucina con una lama lunga 19 centimetri. Gli agenti del commissariato di Taurisano hanno sequestrato un coltello lungo 30 cm e un taglierino in plastica con lama spezzata: le armi sono state trovate nella casa della vicina della coppia, dove la cinquantenne aveva cercato invano rifugio.
Chi era Aneta Danelczyk, uccisa dal marito: lascia 4 figli
Aneta Danelczyk, originaria della Polonia, lascia quattro figli, di cui un minorenne che a quanto emerso era in casa quando la mamma è stata uccisa. La donna aveva conosciuto in Svizzera il marito: entrambi lavoravano lì e poi avevano deciso di trasferirsi in Salento, a Taurisano, il paese di origine di lui. Il loro matrimonio, però, stava per finire, i due si stavano per separare.
Il Comune si occuperà dei figli della vittima di femminicidio. “La priorità per la nostra amministrazione comunale, come ha precisato anche il nostro sindaco, sono i quattro figli di cui uno ha appena 12 anni. Saremo vicini concretamente a loro per tutto ciò che occorre”, è quanto ha detto all’ANSA la vicesindaca di Taurisano Sonia Santoro. “Noi ieri – ha detto ancora Santoro – venuti a conoscenza di quanto era accaduto, siamo andati sul luogo per assicurarci intanto che il minore fosse in un luogo sicuro e poi anche quelli maggiorenni che avevano appena appreso dell’omicidio della madre e dell’arresto del padre. Una tragedia che colpiva quattro figli che sono le vittime di questo grave fatto. Ci faremo carico di tutte le loro necessità, anche offrendo loro un supporto psicologico”.
Galati in cura in un Centro di igiene mentale
A quanto emerso, Galati era da poco in cura in un Centro di igiene mentale al quale si era rivolto spontaneamente dopo aver perso il lavoro. Secondo alcune testimonianze da verificare, aveva detto ad alcuni colleghi che aveva intenzione di compiere un omicidio ma la cosa non era stata presa sul serio. “L’intera cittadinanza si è stretta intorno a questa famiglia ma anche a quella di Galati, incolpevole di quello che lui ha fatto”, ha detto ancora la vicesindaca. “Ci uniamo al dolore di questa famiglia, dei figli sperando che, con l’aiuto di tutti, possano superare questo momento e trovare la forza di andare avanti”. (di Susanna Picone)
Il cognato di Albano Galati: “Aveva perso il lavoro, ha ucciso perchè disperato” (Ore14 – Rai 18/03/2024)
Alessandro Priete, cognato di Albano Galati, che nel pomeriggio di sabato ha ucciso a coltellate la moglie Aneta Danelczyk, 49 anni, di origini polacche a Taurisano in provincia di Lecce, al microfono di Ore 14 dice: “La morte di Aneta non è un femminicidio, ma Albano ha ucciso perchè era disperato. Aveva perso il lavoro durante il Covid, aveva chiesto aiuto ai servizi sociali e prendeva farmaci”. (VIDEO)
Uccise moglie a coltellate, tenta suicidio in carcere. Ora è in isolamento, assistito da uno psichiatra (Lecce Prima – 29 marzo 2024)
L’episodio è stato richiamato nella richiesta che i legali di Albano Galati, autore del ferimento mortale della consorte a Taurisano, hanno inoltrato al gip per autorizzare l’assistenza medica e per saggiare le attuali condizioni psicofisiche dell’uomo
Sarà sottoposto ad una costante visita psichiatrica e ad una perizia medica finalizzata a saggiare le sue condizioni psicofisiche, Albano Galati, il 56enne di Taurisano che il 16 marzo scorso si è reso responsabile delle ferite letali, inferte con un coltello e un taglierino che hanno causato la morte della moglie, Aneta Danelczyk, e del ferimento di una vicina di casa.
L’uomo, recluso presso il carcere di Lecce, dopo la convalida dell’arresto e dell’ordinanza di custodia cautelare a suo carico richiesta dalla procura, nello scorso fine settimana ha tentato il suicidio in cella, e solo il pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria ha permesso di scongiurare il tentativo estremo di autolesionismo. Proprio alla luce di tale circostanza, Galati, che già da tempo era seguito dai servizi sociali ed era sotto cura presso il centro di salute mentale di Casarano, è stato ora spostato, in via prudenziale, in una cella di isolamento dove non vi sono oggetti che potrebbero essere utilizzati per compiere ulteriori gesti estremi.
L’episodio è stato richiamato anche nell’ambito della richiesta che il 27 marzo scorso i legali del 56enne, gli avvocati Luca Puce e Davide Micaletto, hanno inoltrato al gip, Giulia Proto, al fine di autorizzare l’accesso, anche reiterato, in carcere di un medico psichiatra per saggiare le attuali condizioni psicofisiche del loro assistito, verificando anche la compatibilità con il regime carcerario e alla luce di una condizione neuropsichiatrica evidentemente complessa, e già presente ancor prima del verificarsi del fatto delittuoso e della detenzione in carcere. Il gip ha già dato seguito a tale istanza, autorizzando l’accesso in carcere dello psichiatra e garantendo gli approfondimenti medico-assistenziali richiesti dai legali.
Il 16 marzo scorso, Albano Galati, aveva raggiunto l’abitazione della moglie in via Luigi Corvaglia, e dopo una discussione, in forte stato di alterazione, ha colpito e ferito mortalmente la donna, infierendo sul suo corpo con un coltello e un taglierino, e ferendo anche la vicina di casa, fortunatamente in maniera non grave, a cui Aneta Stefy Danelczyk aveva chiesto disperato aiuto. Accompagnato in commissariato, e dopo aver accusato anche un malore, durante il confronto con il procuratore Guglielmo Cataldi e la sostituta Giorgia Villa, l’indagato, in evidente stato confusionale, non sarebbe riuscito a ricostruire i momenti antecedenti all’omicidio della consorte, ammettendo di non ricordare nulla. Sul luogo della tragedia domestica gli agenti del commissariato di Taurisano e della Scientifica hanno proceduto al sequestro di oggetti utili alle indagini come un coltello da cucina nero lungo 30 centimetri, con lama di 18, e un taglierino con lama spezzata, rinvenuti sul pavimento accanto al cadavere.
Uccide la moglie in Salento e va al bar per un whiskey prima di costituirsi: non c’è premeditazione (Fan Page – 29 ottobre 2024)
Chiuse le indagini nei confronti di Albano Galati, accusato dell’omicidio della moglie Aneta Danelczyk, avvenuto nell’appartamento dove la donna viveva a Taurisano (Lecce), sotto gli occhi vicina che cercava di difendere la 49enne.
Non ci sarebbe premeditazione nel femminicidio di Taurisano, in provincia di Lecce, avvenuto lo scorso marzo, quando Albano Galati, 56 anni, massacrò la moglie Aneta Danelczyk, 49enne di origini polacche, con 29 coltellate nell’abitazione di famiglia in via Corvaglia, nel comune salentino. L’uomo deve rispondere di omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale, nonché del tentato omicidio di una vicina, ferita con un coltello mentre cercava di sottrarre la sventurata alla furia del marito. Tra le aggravanti, il pubblico ministero Giorgia Villa non contesta la premeditazione, dal momento che l’analisi dei cellulari della coppia non ha fatto emergere possibili tensioni, sebbene Galati avesse confidato ad alcuni conoscenti l’intenzione di uccidere la moglie.
I fatti risalgono al 16 marzo scorso. Aneta fu uccisa nell’appartamento dove viveva con i tre figli: la donna provò a cercare soccorso dalla vicina, ma anche quest’ultima rimase ferita sotto l’ascella nel tentativo di proteggere la vittima. Il 56enne, dopo aver commesso il fatto, andò a costituirsi, non prima però di essere passato al bar per un whiskey. Alla presenza degli avvocati, non confessò l’uxoricidio, apparendo in stato confusionale. Oltre a un coltello da cucina con una lama di 18 centimetri, le forze dell’ordine hanno sequestrato anche una confezione di pillole all’uomo.
Alla chiusura delle indagini, è emerso che Galati era in cura dal 2011, ma, nel corso della perizia psichiatrica richiesta dai difensori Luca Puce e Davide Micaletto, non è emersa alcuna patologia mentale. L’esame, infatti, ha stabilito che era capace di intendere e di volere al momento dell’omicidio, ed era perfettamente in grado di sostenere un processo. (di Biagio Chiariello)