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Roberto Russo, 47 anni, padre. Uccide la figlia di 12 anni e tenta di uccidere anche la figlia di 14 per vendetta verso la moglie che aveva chiesto una pausa di riflessione dopo aver scoperto che lui, oltre a giocarsi tutti i soldi, la tradiva. Ergastolo

San Giovanni La Punta (Catania), 21 Agosto 2014

 


Titoli & Articoli

Catania, accoltella le figlie nel sonno: morta una 12enne (21 agosto 2014)
Un uomo di 47 anni ha accoltellato questa mattina due delle sue figlie, di 14 e 12 anni, mentre dormivano nella loro casa a San Giovanni La Punta, nel catanese
Il dramma si è consumato poco dopo le 7 di stamattina a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania.Roberto Russo, 47 anni, ha accoltellato due delle sue figlie, di 14 e 12 anni, mentre dormivano nella loro casa. La più piccola è morta. Il 47enne ha poi tentato il suicidio. In casa, al momento dell’aggressione erano presenti altri due figli dell’uomo che sono intervenuti per tentare di difendere le sorelle, chiedendo aiuto. Nell’abitazione non era invece presente la moglie dell’uomo, una 43enne. La donna se ne sarebbe andata di casa da qualche giorno e proprio la crisi nel rapporto matrimoniale sarebbe alla base del raptus dell’uomo.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri del comando provinciale di Catania. Secondo la ricostruzione dei militari, l’uomo ha colpito le ragazzine utilizzando almeno due coltelli da cucina. A bloccarlo sono stati gli altri due figli della coppia, entrambi maschi di 17 e 20 anni, che lo hanno disarmato e hanno allertato i soccorsi. Subito dopo l’accaduto, l’uomo ha tentato il suicidio ferendosi gravemente all’addome. La 12enne e il padre sono stati trasferiti nell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove la piccola è morta poco dopo il ricovero. L’uomo è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. L’altra ragazza è ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale Garibaldi di Catania.

Padre accoltella le figlie, cronista: “Raptus di follia scatenato dalla gelosia della moglie” (22 agosto 2014)
“E’ in sala operatoria nell’ospedale Garibaldi centro di Catania per un doppio intervento chirurgico Marika, la 14enne accoltellata dal padre, Roberto Russo. L’uomo ha anche ucciso a coltellate l’altra figlia Laura, di 12 anni. Marika, che ha due ferite d’arma da taglio profonde, avrebbe cercato di difendersi dall’aggressione del padre svegliata dalle urla di dolore della sorellina, dopo che i tre la notte scorsa hanno dormito insieme nel letto matrimoniale dei genitori”.
Questa la ricostruzione della tragedia familiare che si è consumata questa mattina in un’abitazione di San Giovanni la Punta, nel catanese, che Natale Bruno (corrispondente dell’Agi) ha rilasciato ai microfoni de ilfattoquotidiano.it. “I carabinieri – spiega Bruno – non vogliono rilasciare dichiarazioni per evitare il rischio di possibili casi di emulazione“.
Poi aggiunge: “I vicini di casa di Russo lo definiscono una brava persona che, neanche dopo aver perso il lavoro lo scorso anno, si era scoraggiato. Viveva facendo il venditore ambulante. In questi ultimi mesi – continua – a pesare sulla famiglia era soprattutto il fattore gelosia. La moglie di Russo, infatti, da giorni era andata via di casa perché sospettava di essere stata tradita”


Il padre assassino risponde: “Non ricordo niente” (25 agosto 2014)
Roberto Russo ha sostenuto che il suo ultimo ricordo di venerdì mattina è di essere stato al computer per navigare su Internet
“Io non mi ricordo niente”: ha risposto così agli inquirenti nel suo primo interrogatorio Roberto Russo, l’uomo di 47 anni che venerdì nella sua casa di San Giovanni La Punta, a pochi chilometri da Catania, ha ucciso a coltellate la figlia di 12 anni Laura e ha ferito molto gravemente la sorella maggiore, Marica, 14 anni, per poi tentare il suicidio ficcandosi la lama nell’addome. Russo, sentito nell’ospedale Cannizzaro di Catania dov’è in stato di arresto per omicidio aggravato, è scoppiato in lacrime quando il Gip Flavia Panzano gli ha detto che Laura è morta e che lui è accusato di averla ammazzata.
Rispondendo al Gip Panzano nell’interrogatorio di garanzia, presente il Pm Agata Santonocito, Roberto Russo ha sostenuto che il suo ultimo ricordo di venerdì mattina è di essere stato al computer per navigare su internet e di essere stato bonariamente rimproverato per questo dai suoi due figli maschi, Emanuele, di 17 anni, e Andrea, di 22 anni.
Secondo quanto si apprende, l’uomo ha detto ai magistrati che da qualche tempo aveva una relazione, solo virtuale, con una donna conosciuta in una chat on line e mai incontrata di persona. La moglie, Giovanna Zizzo, si era accorta della cosa e per questo tra il rapporto tra i due coniugi era entrato in crisi tanto che la donna aveva deciso di tornare a vivere con i suoi genitori pochi giorni prima della tragedia. Sembra, inoltre, che ad aggravare le difficoltà della coppia ci fossero i problemi economici, aggravatisi negli ultimi tempi. Russo, disoccupato da due anni, si arrangiava con lavori saltuari ma recentemente aveva cominciato a giocare al bingo, e questo risucchiava le sue piccole entrate.


Uccise la figlioletta per vendicarsi della moglie: ergastolo per Roberto Russo (18 luglio 2019)
La Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Roberto Russo, l’uomo che cinque anni fa accoltellò sua figlia e tentò di fare lo stesso con la sorella maggiore, nella loro casa a San Giovanni La Punta (Catania). Respinto il ricorso presentato dall’imputato per attenuare la condanna. Per i giudici agì per vendetta contro la moglie, che aveva chiesto una pausa nel matrimonio.
È stato confermato anche dalla Corte di Cassazione l’ergastolo per Roberto Russo, 51 anni, l’uomo che cinque anni fa uccise nel sonno la figlioletta dodicenne Laura, nella casa di famiglia a San Giovanni La Punta, nel Catanese. I giudici del Palazzaccio hanno respinto il ricorso dei legali di Russo, che chiedevano di attenuare la condannato e confermato la condanna pronunciata nei primi due gradi di giudizio. “Finalmente anche i tribunali riconoscono la violenza domestica” ha detto Simona Lanzoni di Pangea Onlus, che ha accompagnato la famiglia Zizzo nel percorso legale.
Aspettando il verdetto definitivo Giovanna Zizzo, la mamma della piccola Lauretta e sua sorella Marika, lei stessa sopravvissuta alle coltellate del padre, hanno manifestato in piazza Cavour, davanti alla Cassazione, per ricordare la piccola Laura. Madre e figlia si sono unite all’iniziativa di a rete ‘Reama’ di ‘Fondazione Pangea’ Onlus, e il ‘Giardino segreto’, che forniscono sostegno legale, psicologico ed economico alle famiglie vittime di femminicidio.
L’omicidio della piccola Lauretta
I fatti risalgono al 22 agosto 2014. In quel periodo Russo viveva separato dalla moglie Giovanna Zizzo, che aveva voluto un momento di pausa per riflettere su un presunto tradimento commesso da Russo. Quella notte Giovanna dormiva a casa dei suoi, a sette chilometri di distanza dalla casa matrimoniale, dove era rimasto il Russo che quella sera chiese di avere con se i quattro figli: Lauretta, la minore, 12 anni, Marika, 14 anni e i fratelli maggiori di 17 e 21 anni. Padre e figli, contrariamente alle loto abitudini, quella sera cenarono insieme al ristorante, una sorta di ultima cena che suggellava la volontà di mettere fine alla loro e alla sua vita. Quella notte Russo aspettò che i figli fossero a letto, scrisse un biglietto a sua moglie e andò a prendere il coltello. Si diresse verso Lauretta, la minore e quella, insieme alla sorellina, che aveva scoperto la sua infedeltà sui social network. Le piantò il coltello dritto nel petto, mentre la bimba dormiva supina. Lei cacciò un urlo che fece scattare nel sonno la sorella 14enne, la seconda vittime prescelta, contro la quale Russo si avventò, prima di essere fermato dai due figli maggiori. Poco prima aveva rivolto il coltello contro se stesso, ferendosi. Sul biglietto per la moglie c’era scritto:
Cara Gio, io ti amavo e non c’era bisogno di farmi passare tutto questo, bastava solo perdonarmi […] mi hai portato a fare quello che ho fatto, cioè alla follia. Se tu mi avessi perdonato tutto sarebbe tornato come prima
I giudici di primo grado e di appello conclusero che su trattava di omicidio premeditato per vendetta. 

 

Padri che uccidono i figli, il trend in crescita. Gli esperti: “Non è un raptus. Vogliono punire la madre e affermare la propria mascolinità”

 


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