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Michele Rivetti detto O’Micheloggio, 53 anni, pluripregiudicato, padre. Dopo anni di maltrattamenti, uccide la moglie sparandole nel cortile di casa. Tenta la fuga, ma viene acciuffato e condannato a 30 anni

Cervinara (Avellino), 17 Agosto 2011

news_APPROFONDIMENTO.avi.Immagine001.jpgMichele Rivetti detto O’Micheloggio, 53 anni, pluripregiudicato. Roso dal tarlo della gelosia per la moglie, le era andato incontro alla fermata del pullman per aiutarla a portare le buste della frutta. Nel caso servisse, aveva portato con sé una pistola detenuta illegalmente. La moglie, con cui il rapporto era ormai logoro, ha iniziato a discutere, allora lui ha preso la pistola e le ha sparato alle gambe colpendola al petto. Quindi l’ha lasciata a dissanguarsi nel cortile di casa mentre lui andava via in macchina, pensando che non fosse morta o non pensando che lo fosse. Condannato a 30 anni con rito abbreviato.


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Vita e morte della bracciante Elisa uccisa dal marito per una vacanza   
La storia della donna uccisa dal marito a Cervinara, nel beneventano. La giovane donna aveva perso i familiari nell’alluvione del 1999. Ancora il fuga l’uomo, legato al clan dei Massaro
Sul volto di donna attraente i segni del dolore e del sacrificio. La sveglia suonava ogni mattina alle cinque per Elisa Affinita, la 40enne uccisa con un colpo di pistola al cuore dal marito nel cortile di casa al rione San Cosma di Cervinara. Lui, Michele Rivetti, 53 anni, originario di Arienzo nel Casertano, una fama da “guappo” nella Valle Caudina, ha atteso che Elisa tornasse dal lavoro. Le è andato incontro quasi volesse aiutarla a liberarsi delle buste di plastica con la frutta che le era stata regalata dall’azienda agricola della Piana del Sele, dove era impegnata come bracciante. Ha esploso un colpo con la pistola che ha poi portato con sé nella fuga. Un raptus di gelosia? Ora gli inquirenti non ne sono più convinti, anche alla luce delle testimonianze di parenti e vicini che conoscevano la coppia.
Lei, Elisa, non era mai stata sfiorata da pettegolezzi, non c’erano altri uomini nella sua vita. Eppure il marito avrebbe covato per giorni rancore e rabbia. E si è scoperto che Elisa, insieme con tre dei suoi quattro figli e l’anziana madre, era da pochi giorni tornata da una vacanza di due settimane al mare, a cui il marito aveva acconsentito di malavoglia salvo poi pentirsene: Michele Rivetti è sorvegliato speciale, nel suo curriculum di criminale le pesanti accuse di estorsione e lesioni guadagnate al servizio del clan Massaro. E mai avrebbe potuto lasciare Cervinara, lo avrebbero arrestato. In casa, da alcuni giorni si mostrava inquieto e irascibile, non perdonando alla moglie il fatto di averlo lasciato da solo per quella breve vacanza che invece da tempo Elisa pensava di meritarsi pagandola con il denaro guadagnato duramente come bracciante nelle serre del Salernitano. Non solo sacrifici ma anche dolore. La vita di Elisa era stata già segnata da un destino tragico.
Nell’alluvione di Cervinara del dicembre del 1999 morirono il padre Luigi ed il fratello Giuseppe. Furono travolti dal fango che sconvolse la frazione Ioffredo del popoloso centro della Valle Caudina. Per lei, descritta dai vicini come una madre modello, una vita sempre in bilico tra la famiglia distrutta dalla frana assassina e un amore difficile con un uomo che era sempre nei guai con la giustizia, ma che lei aveva fortemente voluto, nonostante i pareri negativi dei parenti e degli amici. Eppure il matrimonio era stato felice, gli unici tormenti erano causati dai continui controlli delle forze dell’ordine.
Due giorni prima del delitto la polizia era stata a casa sua, gli agenti non avevano trovato nulla. Ma lui sapeva come sfuggire alla giustizia, in quella casa popolare risaltava l’imponente impianto di sicurezza con quattro videocamere piazzate vicino all’angusto portone. Michele Rivetti si era guadagnato negli anni la fama di duro per i suoi legami con il clan Massaro, attivo fino a pochi anni nella zona a nord di Caserta con base a Santa Maria a Vico: gli inquirenti sono sicuri che nella fuga si sia servito dell’aiuto di fiancheggiatori del clan, oggi decapitato. Ma ormai il cerchio intorno a lui si sta stringendo. Nell’unico contatto telefonico durante la fuga uno dei figli, che lo invitava a costituirsi, gli ha rivolto un solo interrogativo tra le lacrime: “Perché hai ucciso mamma?”. 

Omicidio Cervinara, termina la fuga di Michele Rivetti
E’ finita la fuga di Michele Rivetti, l’uomo che nel primo pomeriggio di mercoledì ha ucciso con un colpo di pistola nel cortile di casa la moglie Elisa Affinita di 40 anni. Il 50enne omicida è stato catturato ad Arienzo nel casertano. Al blitz hanno preso parte gli agenti della squadra mobile di Avellino, del commissariato di Cervinara e della squadra mobile di Caserta. A breve si terrà una conferenza stampa presso la Questura di Avellino per illustrare i dettagli dell’operazione.

Uccise la moglie con un colpo di pistola, 30 anni
Trent’anni di carcere per Michele Rivetti, il 54enne di Cervinara che nell’agosto del 2011 uccise con un colpo di pistola la moglie Elisa Affinita. Poche ore fa il Gup del Tribunale di Avellino ha emesso la sentenza respingendo la richiesta di ergastolo per l’uomo avanzata dal Pm, dottoressa Venezia. Il delitto si consumò proprio dinanzi all’abitazione dei Rivetti, in un afoso pomeriggio di metà agosto del 2011. Il 54enne, accecato dalla gelosia attese la moglie di ritorno dal lavoro. Con lei diede vita ad una violenta litigata che poi sfociò nell’atroce delitto. Invano la donna tentò di fuggire. Fu raggiunta da un proiettile sparato in pieno petto. Il colpo fu letale. Rivetti, irreperibile per le 48 ore successiva al delitto, fu poi rintracciato in provincia di Caserta e recluso nel carcere di Ariano Irpino.


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