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Giuliano Marchetti, 43 anni, cassiere di supermercato, padre. Uccide la compagna con un colpo di fucile, davanti ai figli. Condannato a 16 anni con rito abbreviato, rimane ai domiciliari fino alla Cassazione (2016) e quattro anni dopo è in semilibertà

Terni, 23 Marzo 2011


Titoli & Articoli

Terni: uomo uccide con un colpo di fucile la moglie che voleva lasciarlo – Tragedia consumatasi a Terni (LiveNews 24 – 24 marzo 2011)
Marisa Vecchione è la donna di 35 anni che ieri pomeriggio è stata uccisa a Terni dal marito, Giuliano Marchetti, con un colpo di fucile. L’uomo, 43 anni, è stato arrestato dopo una lunga confessione in questura.
Il movente dell’omicidio è dovuto all’intenzione della donna di lasciare il marito e mandarlo via dalla casa di proprietà di lei. Nel primo pomeriggio di ieri, tra i due coniugi è scoppiata una lite nel loro appartamento, proprio per questi motivi. Lite che è degenerata fino al punto di indurre l’uomo a prendere il fucile da caccia, regolarmente detenuto, e sparare tre colpi contro la moglie, di cui solo uno mortale.
L’omicidio è avvenuto nella stanza da letto della figlia sedicenne di Marisa Vecchione, che in quel momento non era in casa. Gli altri due figli della coppia, invece erano in casa, il piccolo di tre anni stava dormendo, mentre la bambina di sette anni avrebbe assistito all’omicidio della madre.

 

Uccide la compagna e va in questura (La Nazione – 24 marzo 2011)
Ha ucciso la compagna davanti ai loro due figli, di 3 e 7 anni. Una lite, l’ennesima, stavolta violenta, sfociata in un’immane tragedia familiare. Giuliano Marchetti, 43 anni, ha imbracciato il fucile da caccia, regolarmente detenuto, e ha fatto fuoco sulla convivente, Marianna Vecchione, 36 anni, che non ha avuto scampo.
Il dramma si è consumato
intorno alle 14.30, nell’appartamento al terzo piano di via Brodolini 10 dove viveva la famiglia. L’uomo si è quindi lasciato alle spalle il cadavere della donna e i due bambini, ha chiuso la porta di casa, è uscito e ha girovagato per quasi un’ora per poi presentarsi in questura, al corpo di guardia: “Ho appena ucciso la mia compagna”. Gli agenti delle volanti e della squadra mobile, con gli adddetti del 118, si sono catapultati sul posto, hanno suonato il campanello e si sono visti aprire la porta dell’abitazione dalla più grande dei due figli, una bimba di 7 anni lasciata sprofondare nel terrore. L’altro, appena 3 anni, al momento della tragedia dormiva e non l’avrebbe svegliato nemmeno lo sparo.
Uno, quello che ha centrato Marianna uccidendola sul colpo, altri due quelli esplosi dall’uomo durante la lite. Per lui, fino a tarda serata ascoltato in questura dagli inquirenti, l’accusa è omicidio volontario. Alla vista delle macchine della polizia e del 118, la popolosa zona di via Brodolini, alla periferia della città, pian piano è calata nell’incubo.
Marianna, lì, la conoscevano tutti. Praticamente c’era nata, poi dopo il matrimonio, finito, vi era tornata a vivere con il nuovo compagno regalandogli questi due splendidi bambini. Dal primo matrimonio aveva avuto una figlia ora quattordicenne, che frequenta il primo anno delle superiori e che dalla nascita ha dovuto fronteggiare dei problemi seri. Marianna non l’ha lasciata mai sola. Nello stesso stabile abita anche la mamma della vittima, la prima a tendere una mano ai due piccoli, in uno strazio infinito.
“Bellissima”, di Marianna lo dicono tutti in via Brodolini. Lavorava come cameriera, girava da un locale all’altro, dove la chiamavano, soprattutto in uno di Stroncone. Si dava da fare per i suoi tre figli ancora da crescere. Giuliano si era ritagliato il suo spazio in un catena della grande distribuzione, “è un capetto”, ricordano i vicini. Già, ma con Marianna le liti si erano fatte sempre più frequenti. Non tanto, comunque, da far trapelare la cosa fino a renderla di dominio pubblico. In molti, infatti, li ricordano “sempre insieme e sorridenti”. Non ieri, appena dopo pranzo. E ci sarebbe il tarlo della gelosia dietro la follia criminale dell’uomo. Tra i due sarebbe divampata una lite, stavolta particolarmente violenta. Una vera e propria colluttazione: in questo senso i segni trovati in casa. Fino allo sparo.
La mamma aveva appena addormentato il figlio più piccolo quando l’ennesima discussione si è trascinata nel dramma, davanti agli occhi atterriti della figlioletta. Il corpo della vittima sarebbe stato trovato in camera da letto, bocconi. Sul posto il sostituto procuratore della Repubblica, Barbara Mazzullo, e il dirigente della squadra mobile Tommaso Niglio, che conducono le inndagini, gli agenti delle volanti, gli addetti del 118, il medico legale Fabio Suadoni.
La casa è stata passata al setaccio dal personale della scientifica, per ricostruire nel dettaglio quanto accaduto. Gli inquirenti stanno approfondendo anche il movente, che resta comunque legato alle liti di coppia e alla gelosia. Sequestrata l’arma del delitto. L’uomo teneva il fucile da caccia in un armadio.
I familiari di Marianna,uno dopo l’altro, varcano l’ingresso dello stabile. Tutto intorno il quartiere piomba nello sconcerto e nella rabbia.

“La volevo solo impaurire”: così Giuliano Marchetti sull’uccisione della compagna (Umbria left – 24 marzo 2011)
Ha sostenuto che voleva ”solo impaurire” la compagna il quarantatreenne Giuliano Marchetti arrestato ieri sera a Terni dalla polizia per avere ucciso con un colpo di fucile, davanti alla figlia di sette anni, la donna, Marianna Vecchione, 35 anni, al termine di una lite. Scoppiata dopo che la vittima gli aveva intimato di andarsene di casa perche’ voleva troncare il loro rapporto. Lo ha detto lui stesso al suo difensore, l’avvocato Roberto Spoldi, che lo ha incontrato in carcere in vista dell’udienza di convalida dell’arresto in programma domani mattina davanti al gip di Terni Pierluigi Panariello.
Al legale l’uomo e’ apparso ‘‘scosso ma sereno nel ripercorrere quanto avvenuto ieri, confermando quanto gia’ raccontato agli inquirenti”. Marchetti avrebbe preso il fucile da caccia, regolarmente denunciato, quando la compagna, originaria della Puglia, nel corso dell’ennesimo litigio durato oltre un’ora, gli avrebbe intimato di andarsene di casa, dicendogli poi che se non lo avesse fatto avrebbe cambiato la serratura. L’uomo avrebbe inoltre spiegato che lo sparo mortale al cuore sarebbe partito al termine di una colluttazione, dopo che due colpi avevano gia’ raggiunto il soffitto della stanza da letto in cui e’ avvenuto l’omicidio. L’omicidio e’ avvenuto mentre un altro figlio della coppia, di tre anni, dormiva in un’altra stanza.

 

Omicidio Vecchione, Giuliano Marchetti condannato a 16 anni con rito abbreviato (Umbria24 – 26 luglio 2012)
Sedici anni per omicidio volontario. Questa la pena inflitta dal gup Simona Tordelli a Giuliano Marchetti, il 44 enne ternano che il 23 marzo del 2011 uccise con un colpo di fucile l’ex compagna Marianna Vecchione, 35 anni. L’omicidio di via Brodolini, suscitò sdegno e commozione anche per la presenza in casa, durante la lite fatale, dei due figli della coppia di 8 e 3 anni.
Condanna e provvisionali. La sentenza, con rito abbreviato, è scaturita dopo quasi due ore di camera di consiglio. Il pm Barbara Mazzullo aveva chiesto una condanna a 18 anni. Il giudice ha equiparato le attenuanti generiche all’unica aggravante riconosciuta, l’abuso di coabitazione. Stabiliti anche i risarcimenti provvisionali in favore della madre della vittima (150 mila come affidataria dei due figli minori), dell’ex marito (100 mila euro come affidatario della figlia maggiore) e dei fratelli (60 mila euro a testa). Il risarcimento verrà completato attraverso un apposito procedimento civile. Giuliano Marchetti si trova attualmente agli arresti domiciliari.
La parte civile: pena troppo bassa «Quanto deciso dal giudice non ci trova concordi – spiega Massimo Proietti, avvocato delle parti civili – Abbiamo sempre sostenuto la sussistenza delle aggravanti. Lo abbiamo fatto in maniera forte, decisa e corretta. Ora aspettiamo le motivazioni e poi decideremo sull’eventuale appello».
La difesa: tutto da rifare Lo stesso percorso potrebbe compierlo l’ avvocato Roberto Spoldi, difensore di Marchetti: «il reato non è doloso e forse non è neppure colposo. A nostro giudizio l’evento-morte è scaturito soltanto dalle minacce frutto di una reazione impulsiva. Non c’è stata premeditazione né volontà di uccidere. Sosteniamo tuttora la prevalenza delle attenuanti e gli stessi risarcimenti ci sembrano sproporzionati, trattandosi di provvisionali».

 

Terni, clamorosa ordinanza su omicidio Vecchione: l’uxoricida, Giuliano Marchetti torna in carcere (tuttoggi – 14 dicembre 2011)
Il giudice per le indagini preliminari di Terni, Maurizio Santoloci, ha emesso un’ordinanza che prevede l’immediato trasferimento in carcere di Giuliano Marchetti, il 43enne ternano che aveva ucciso la convivente, Marianna Vecchione, dopo una lite scoppiata nel loro appartamento di via Brodolini il marzo scorso. L’uomo le aveva sparato con un fucile, regolarmente detenuto, incurante della presenza della figlia di 7 anni in casa.
Il giudice ha ordinato il rifacimento del processo, che dovrà dunque ricominciare da capo, e la riformulazione dell’accusa, con l’aggravante della premeditazione.
Le richieste della parte civile, difesa dall’avv. Massimo Proietti, sono state dunque accolte, dopo 3 ore di camera di consiglio, in nome del pericolo di fuga e del possesso dell’uomo di altre armi, con l’aggravante di premeditazione. Il legale della famiglia Vecchione ha espresso grande soddisfazione anche a nome dei suoi assistiti.
Ancora una volta Marchetti ha mostrato in aula la totale assenza di rimorso e anche questo fatto deve aver influito sull’ordinanza. Il giudice ha dunque rimesso gli atti nelle mani della pubblica accusa, rappresentata da Barbara Mazzullo, che si era opposta alla contestazione della premeditazione e alla revoca degli arresti domiciliari.


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