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Vincenzina Fernanda Scorzo, 56 anni, insegnante, mamma. Uccisa con 11 coltellate dal marito, davanti al figlio sedicenne che resta ferito

Collegno (Torino), 11 Ottobre 2012

 


Titoli & Articoli

Collegno, l’elenco della spesa (La Stampa – 13 ottobre 2012)
La spiegazione al pm dell’uomo che ha accoltellato la moglie
Tutto per una lista della spesa. La furia omicida di Francesco Barraco, 54 anni, si è scatenata contro la moglie Vincenzina Fernanda Scorzo, di 56, per un niente. Barraco lo ha raccontato al pm Enrico Arnaldi di Balme con voce monocorde.
Giovedì pomeriggio quando vede quella lista sul tavolo della cucina chiede alla moglie perché deve fare acquisti quando non manca nulla. Lei risponde distratta che in realtà non sa se e cosa deve comprare. Barraco che ha la lista sotto gli occhi si sente preso in giro. E nella sua mente, satura di pensieri neri, come una camera a gas, basta quella scintilla per farlo esplodere.
Undici coltellate, date senza soluzione di continuità. Colpendo con rabbia. Fino a quando la moglie non è a terra agonizzante. Neanche le grida del figlio di 17 anni lo fanno tornare in sé. Anzi, colpisce anche lui, di striscio, a una mano. Una violenza che nessuno pensava possibile in un uomo mite e riservato. Ma Barraco custodiva un segreto. Da tempo era seguito da un centro di salute mentale. «Ha gravi problemi» ammette il legale Tiziana Squizzato. Schizofrenia paranoide questa sembra la diagnosi. E spesso abbandonava le cure o diminuiva i dosaggi delle medicine. Come pare in questo periodo.
Un male oscuro che lo portava a vedere nemici anche in casa. Soprattutto in casa. «Non si sentiva considerato e rispettato» dichiara il legale. Poi aveva le sue fisime. Come quella dei rumori. Piccolezze, che per lui erano così insopportabili da chiedere, per ben due volte, l’intervento dei carabinieri nel 2006 e del dicembre 2011. L’ultima volta la lite era esplosa perché non riusciva a leggere: a distrarlo c’erano sua moglie al telefono, il figlio minore alla playstation e il maggiore che apriva e chiudeva la porta della camera.
Pensare che Barraco, fuori casa, era stimato e rispettato.
«Era una persona meticolosa e affidabilissima – dice Marisa Corbanese, preside dell’istituto comprensivo di Caselette -. Lavorava al personale da un anno, prima era alla Turoldo a Torino. Certo, una persona silenziosa e riservata, ma sempre gentile ed educata». E lui lì si sentiva a casa. «Lo ripeteva sempre – ammette la preside -, “qui mi sento bene, sono compreso” ci diceva». A casa no. A casa gli sembrava che fossero tutti coalizzati contro di lui. Ma oggi si rende conto del dramma. «Ha esordito il suo racconto – ammette l’avvocato – chiedendo scusa a tutti, ai figli, ai parenti, ai suoceri». Poco per chi, come il figlio minore, che ha assistito alla mattanza ed è ancora ricoverato in ospedale al Regina Margherita, deve tentare di ricostruire l’immagine di sé e della sua famiglia distrutta.
Anche nella scuola media Tallone, dove insegnava italiano Fernanda Scorzo, alunni e colleghe cercano spiegazioni. «Ci siamo ritrovati tutti nel refettorio – racconta una insegnante – e abbiamo spiegato ai ragazzi che la loro professoressa non c’era più. Un momento duro, difficile, perché era una persona speciale, unica, che ha saputo superare un tumore al seno e la recidiva con grande coraggio, soffrendo, ma sempre lottando e dando tanto ai suoi ragazzi». Tanto che ieri pomeriggio sul cancello della scuola è comparso un lenzuolo bianco con scritto: «Ciao prof. rimarrai sempre nei nostri cuori».

 

Cattedrale piena per l’ultimo saluto a Vincenzina Scorzo (Qui Cosenza – 18 ottobre 2010)
SAN MARCO ARGENTANO – Un paese in lutto. La comunità normanna oggi pomeriggio s’è fermata per rendere l’ultimo saluto a Vincenzina Fernanda Scorzo, l’insegnante 56enne, nativa di San Marco, ma residente da anni a Collegno, barbaramente assassinata dal marito, Francesco Baracco, con undici fendenti, al termine di un violento litigio.
L’uxoricidio è avvenuto all’interno dell’abitazione della coppia, come detto a Collegno, dove la famiglia Baracco s’era trasferita per motivi di lavoro. La donna, infatti, lavorava come insegnante in una scuola; lui, invece, assistente in un istituto scolatico. La coppia, con due figli, (il minore di 16 anni, presente al momento della tragedia, nel tentativo di difendere la madre, ha rimediato ferite alla mano, ndr) non aveva problemi particolari. Sembrava il classico ritratto della famiglia normale, ma dietro quell’apparente normalità si nascondevano i disagi di Francesco Baracco, affetto pare da una forma di depressione.
Ieri nella Cattedrale si sono, come detto, celebrati i funerali. Il dolore della comunità per questa tragedia era scritto sugli occhi di chi conosceva bene la vittima. In tanti hanno versato lacrime di dolore, così come sono stati tanti gli interrogativi posti sulla domanda “se quella tragedia si poteva evitare”. I suoi alunni non sono voluti mancare. Una delegazione, infatti, era presente oggi al funerale con un lenzuolo recante la scritta “Ciao prof. rimarrai sempre nei nostri cuori”. Quello stesso lenzuolo che il giorno dopo la tragedia è stato esposto fuori il cancello della scuola media Tallone. Insieme ai suoi ragazzi, c’erano anche tanti colleghi, nascosti tra la folla. Già la tragedia. Un banale litigio, sfociato nel sangue, lo scorso 13 ottobre, per una lista della spesa.
La furia omicida di Francesco Barraco, 54 anni, si è scatenata contro la moglie Vincenzina Fernanda Scorzo, di 56, per un niente. Barraco lo ha raccontato al pm Enrico Arnaldi di Balme con voce monocorde. Alcune ore prima della tragedia, l’uxoricida vede quella lista sul tavolo della cucina, chiede alla moglie perché deve fare acquisti quando non manca nulla. Lei risponde distratta che in realtà non sa se e cosa deve comprare. Barraco che ha la lista sotto gli occhi si sente preso in giro. E nella sua mente, satura di pensieri neri, come una camera a gas, basta quella scintilla per farlo esplodere. Undici coltellate, date senza soluzione di continuità. Colpendo con rabbia. Fino a quando la moglie non è a terra agonizzante. Neanche le grida del figlio di 16 anni lo fanno tornare in sé. Anzi, colpisce anche lui, di striscio, a una mano.
Una violenza che nessuno pensava possibile in un uomo mite e riservato. Ma Barraco custodiva un segreto. Da tempo era seguito da un centro di salute mentale. «Ha gravi problemi» ammette il legale Tiziana Squizzato. Schizofrenia paranoide questa sembra la diagnosi. E spesso abbandonava le cure o diminuiva i dosaggi delle medicine. Come pare in questo periodo. Un male oscuro che lo portava a vedere nemici anche in casa. Soprattutto in casa. «Non si sentiva considerato e rispettato» dichiara il legale. Poi aveva le sue fisime. Come quella dei rumori. Piccolezze, che per lui erano così insopportabili da chiedere, per ben due volte, l’intervento dei carabinieri nel 2006 e del dicembre 2011. L’ultima volta la lite era esplosa perché non riusciva a leggere: a distrarlo c’erano sua moglie al telefono, il figlio minore alla playstation e il maggiore che apriva e chiudeva la porta della camera. Pensare che Barraco, fuori casa, era stimato e rispettato. «Era una persona meticolosa e affidabilissima – dice Marisa Corbanese, preside dell’istituto comprensivo di Caselette -. Lavorava al personale da un anno, prima era alla Turoldo a Torino. Certo, una persona silenziosa e riservata, ma sempre gentile ed educata». E lui lì si sentiva a casa. «Lo ripeteva sempre – ammette la preside -, “qui mi sento bene, sono compreso” ci diceva». A casa no. A casa gli sembrava che fossero tutti coalizzati contro di lui. Ma oggi si rende conto del dramma. «Ha esordito il suo racconto – ammette l’avvocato – chiedendo scusa a tutti, ai figli, ai parenti, ai suoceri». Poco per chi, come il figlio minore, che ha assistito alla mattanza ed è ancora ricoverato in ospedale al Regina Margherita, deve tentare di ricostruire l’immagine di sé e della sua famiglia distrutta. Anche nella scuola media Tallone, dove insegnava italiano Fernanda Scorzo, alunni e colleghe cercano spiegazioni. «Ci siamo ritrovati tutti nel refettorio – racconta una insegnante – e abbiamo spiegato ai ragazzi che la loro professoressa non c’era più. Un momento duro, difficile, perché era una persona speciale, unica, che ha saputo superare un tumore al seno e la recidiva con grande coraggio, soffrendo, ma sempre lottando e dando tanto ai suoi ragazzi».


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In memoria di

Intitolazione auditorium “Vincenzina Fernanda Scorzo”

Il 16 novembre 2018, alle  ore 21.00, nei locali della scuola Tallone, si è svolta una serata emozionante: l’intitolazione dell’Auditorium, in memoria della professoressa Vincenzina Fernanda Scorzo, vittima di femminicidio.
La serata ha avuto come filo condittore la volontà di dare un segnale di  coraggio  alle donne che patiscono situazioni analoghe ma, soprattutto, il desiderio di commemorare un’ eccellente insegnante, una cara persona, una dolce amica.
A ricordarla, emozionati e commossi, sono stati i suoi allievi, la Preside Andretta, il Sindaco Oliva, il gruppo teatrale “Le  luci e……” e il coro dell’I.C.LEVI di Rivoli. In prima fila erano presenti gli allievi del PON giornalino, numerosi genitori e tutto il personale della scuola.
Un grande grazie alla famiglia e alle ex colleghe della professoressa Scorzo per aver condiviso con noi un momento così importante e per aiutarci a mantenere sempre vivo il ricordo di una persona tanto amata.