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Sonia Balconi, 42 anni, impiegata, mamma. Uccisa con quattro colpi di arma da fuoco da uno stalker che la perseguitava da anni e che poche ore prima aveva già ucciso Maria Montanaro

soniabalconiRivolta d’Adda (Cremona), 30 giugno 2010

L’aveva vista in piscina ed era diventata la sua ossessione. La pedinava, le telefonava, la minacciava e l’aveva anche aggredita dentro al giardino della sua casa, mentre lei stava giocando con la figlioletta di cinque anni. Sonia lo aveva denunciato, un’infinità di volte. Eppure  nessuno se ne era mai accorto, i suoi dati non erano stati neppure inseriti al computer e la legge sulla privacy ha fatto il resto: Sonia è morta per colpa di tutti, non solo dell’uomo che le ha sparato.

gaetano-de-carlo-lomicidaGaetano De Carlo, 55 anni, carrozziere. L’ha pedinata, minacciata, seguita e infine uccisa. Senza che nessuno abbia fatto nulla per evitarlo.

Figli: una bambina di 5 anni

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Omicidio Maria Montanaro e Sonia Balconi: due vittime che si sarebbero potute evitare?Continua a far molto discutere il caso di Gaetano De Carlo… era stato denunciato almeno 7 volte per stalking, eppure era in libertà. Ne parla il marito di Sonia Balconi, Guido Olivari:

Ci tormentava da anni. Sonia non ce la faceva più. Telefonate di giorno e di notte. Bigliettini. Appostamenti. La macchina rigata. A febbraio l’episodio più grave. Sonia se lo era trovato in giardino. Aveva in braccio la nostra figlia piccola. Lui ha cominciato a picchiarla…

La vicenda è stata confermata anche da Guido Corsini, legale della Balconi: Sono sei o sette episodi. Appostamenti. Minacce telefoniche e scritte. La macchina rigata e lo specchietto rotto arrivano dopo. Forse è stato il carrozziere. La mia cliente presenta un supplemento di querela.

Nell’aprile scorso, come rivela Corsini, l’avviso di chiusura delle indagini, seguito dalla richiesta di rinvia a giudizio. Il processo si sarebbe dovuto tenere il prossimo novembre. Nel frattempo, l’unica precauzione attuata è stata quella di togliere il porto d’armi a De Carlo.

Su La Stampa si legge: La legge sullo stalking che prevede l’arresto è di fine febbraio, pochi giorni dopo. Nel rinvio a giudizio si parla di stalking, violazione di domicilio, ingiuria, lesioni. Finisce tutto nel fascicolo processuale. Ci vorrebbe un database delle forze dell’ordine ma quello non lo hanno ancora inventato.

Quando Gaetano De Carlo uccide in Piemonte la sua ex che fa in tempo a fare il suo nome prima di morire, i carabinieri diramano segnalazioni ovunque. Due donne vengono forse salvate. Sonia Balconi vive solo in un polveroso fascicolo giudiziario ma ancora non lo sa.

Come è possibile che i carabinieri di Torino non fossero informati delle denunce presentate da Sonia Balconi contro De Carlo? A questo proposito il consigliere togato di Palazzo dei Marescialli, Fabio Roia, ha sollecitato al Comitato di presidenza l’apertura di una pratica sul caso: E’ necessario valutare se il caso fosse stato adeguatamente trattato e valutato da parte della magistratura precedente (quella di Crema, ndr) E’ infatti compito della magistratura, in presenza di un quadro probatorio consistente e all’esito di un giudizio di pericolosita’ sociale pregnante dell’agente violento intervenire con gli strumenti cautelari gia’ esistenti nel sistema processuale penale e che la nuova legge sullo stalking ha ulteriormente rafforzato.

Olivari, marito della seconda vittima, se la prende anche con i media, che non hanno comunicato fin da subito il nome dell’assassino, nonostante la prima vittima fosse riuscita a rivelarlo prima di morire: Avevo sentito al telegiornale la notizia dell’omicidio di quella donna in Piemonte.

Il nome dell’assassino che stavano cercando però non lo hanno detto. Se avessi saputo che si trattava di lui forse non sarebbe arrivato a Sonia. Forse Sonia sarebbe ancora viva qui con me … […] Alle sei ero a casa ad aspettarla. In questi giorni non lavoro. Mi sono rotto un braccio in bicicletta. Quando non l’ho vista arrivare l’ho cercata sul cellulare. Poi mi sono messo per strada. Quando ho visto la sua auto ho pensato a un incidente. Poi mi hanno detto che era stato il carrozziere. Quando mi hanno detto che era stato anche lui in Piemonte ho capito tutto. Se lo avessi saputo prima forse Sonia non sarebbe morta …

L’Eco di Bergamo

Un anno fa fu uccisa Sonia Balconi – La colpa? Anche di un blackout

Sonia Balconi, la donna di Rivolta d’Adda uccisa esattamente un anno fa da Gaetano De Carlo, carrozziere di Vailate che parecchi anni prima si era invaghito di lei vedendola in piscina, non è stata protetta anche a causa di un blackout elettrico.

Un macigno che sa di beffa e va ad aggiungersi al dolore di una famiglia sospesa tra gli interrogativi e il dovere di dare un futuro alla bambina di Sonia, rimasta senza mamma.

Se la quarantaduenne, più volte minacciata e pedinata da De Carlo, l’aveva denunciato per molestie. Se De Carlo il 30 giugno scorso, alle 7,45 nel Torinese aveva ucciso l’ex fidanzata, facendo poi perdere le tracce, perché nessuno ha incrociato questi due dati e ha avvisato Sonia del potenziale pericolo che stava per correre?

Oggi che è un anno senza Sonia, a ricordarla è il fratello Marco. Che a questi interrogativi ha una risposta «crudele e assurda». Fratello e angelo custode, colui che negli ultimi sette anni accompagnava, seguiva, scortava Sonia dal lavoro a casa, cercando di intercettare l’uomo che più volte l’aveva minacciata e, anche, picchiata, spiega: «Dagli atti che si sono stati consegnati dalla procura di Torino è emerso che quel 30 giugno, dopo il primo omicidio non hanno avvisato Sonia per un errore “tecnico”. Perché, cioè, la denuncia che Sonia aveva presentato nei confronti del suo assassino, quando lui nel febbraio del 2009 la aggredì, nel giardino di casa e con la bambina in braccio, non era stata inserita a computer». Guasto elettrico, si legge negli incartamenti.

La Stampa

Due donne sono morte, ma la privacy è salva – Il marito della vittima: «Sonia poteva salvarsi la vita, ci hanno abbandonati»

La privacy è salva. Sonia Balconi è morta. C’è qualcosa che non funziona dietro ai due omicidi nati dalla ossessione di Gaetano De Carlo, il carrozziere di Vailate troppe volte innamorato, troppo armato, alle spalle una denuncia per stalking che non gli ha purtroppo impedito di ammazzare due volte prima di uccidere sé stesso.

Guido Olivari, il marito di Sonia Balconi, l’ultima vittima uccisa per strada a Rivolta d’Adda, si sente due volte vittima anche lui: «Avevo sentito al telegiornale la notizia dell’omicidio di quella donna in Piemonte. Il nome dell’assassino che stavano cercando però non lo hanno detto. Se avessi saputo che si trattava di lui forse non sarebbe arrivato a Sonia. Forse Sonia sarebbe ancora viva qui con me…».

Dove è morta Sonia Balconi, 42 anni, una bambina di 5, impiegata e vita mica troppo tranquilla per colpa di Gaetano il carrozziere che non lasciava in pace da anni, ci sono due ortensie, un mazzo di rose, fiori di campo e i vetri del finestrino della sua Twingo grigia frantumati a colpi di calibro 7 e 65.

«Alle sei ero a casa ad aspettarla. In questi giorni non lavoro. Mi sono rotto un braccio in bicicletta. Quando non l’ho vista arrivare l’ho cercata sul cellulare. Poi mi sono messo per strada. Quando ho visto la sua auto ho pensato a un incidente. Poi mi hanno detto che era stato il carrozziere. Quando mi hanno detto che era stato anche lui in Piemonte ho capito tutto. Se lo avessi saputo prima forse Sonia non sarebbe morta…», non si da pace Guido Olivari, il braccio al collo e il tormento che morde dentro.

«Gaetano De Carlo era l’ossessione di Sonia. Era il nostro incubo giorno e notte». Era uno stalker seriale perfetto, il carrozziere di Vailate. Non era bello ma ci teneva ad andare in palestra a pompare i muscoli. E poi in piscina dove qualche anno fa aveva incontrato Sonia Balconi, mille richieste d’amore, cento preghiere per una relazione impossibile e alla fine quattro colpi di pistola, la miseria in cui spesso finiscono le ossessioni del cervello più che del cuore.

«Ci tormentava da anni. Sonia non ce la faceva più. Telefonate di giorno e di notte. Bigliettini. Appostamenti. La macchina rigata. A febbraio l’episodio più grave. Sonia se lo era trovato in giardino. Aveva in braccio la nostra figlia piccola. Lui ha cominciato a picchiarla…», ricorda il marito di questa storia che sembra una fotocopia di altre mille, tutte disperatamente uguali, uguali fino all’epilogo.

Lui che dice di amare. Lei che non vuole. Lui che sogna un improbabile futuro con Maria Montanaro che scappa fino a Riva di Chieri dove lui la raggiunge armato di una pistola presa chissà dove. Lui che implora un’altra vita con un’altra donna. Sonia Balconi che lo respinge: una vita vera ce l’ha già. Ha un marito con cui divide un villino a due piani più che dignitoso e una bambina di cinque anni che ancora sa niente. Lui insiste. Farnetica che la bambina potrebbe essere sua.

Lei va dai carabinieri e poi dal magistrato. La denuncia in carta da bollo è del 23 febbraio 2009. «Sono sei o sette episodi. Appostamenti. Minacce telefoniche e scritte. La macchina rigata e lo specchietto rotto arrivano dopo. Forse è stato il carrozziere. La mia cliente presenta un supplemento di querela», ricorda l’avvocato Guido Corsini. Dalla querela nasce un processo che si sarebbe dovuto tenere il prossimo novembre. A Gaetano De Carlo tolgono solo il porto d’armi. Rimane libero.

La legge sullo stalking che prevede l’arresto è di fine febbraio, pochi giorni dopo. Nel rinvio a giudizio si parla di stalking, violazione di domicilio, ingiuria, lesioni. Finisce tutto nel fascicolo processuale. Ci vorrebbe un data base delle forze dell’ordine ma quello non lo hanno ancora inventato. Quando Gaetano De Carlo uccide in Piemonte la sua ex che fa in tempo a fare il suo nome prima di morire, i carabinieri diramano segnalazioni ovunque. Due donne vengono forse salvate. Sonia Balconi vive solo in un polveroso fascicolo giudiziario ma ancora non lo sa. «A noi non hanno detto niente prima. Che sia stato lui lo abbiamo saputo dopo», ammette il procuratore capo di Crema Daniela Borgonuovo. Il caso è bello che chiuso. E’ morto lo stalker. E’ morta la vittima. Non ci sarà il processo.

La giustizia cieca annota gli ultimi sviluppi procedurali. Il carrozziere aveva offerto meno di 5mila euro alla sua vittima perchè ritirasse la denuncia per le molestie andate avanti per anni. Sonia Balconi non ha fatto nemmeno in tempo a fargli sapere attraverso il suo avvocato che voleva solo essere lasciata in pace, che non sarebbero stati 5mila euro a fermarla. Per quello ci sono voluti quattro colpi di pistola.

di Fabio Poletti

WinEuropa

Sonia, una vittima annunciata «Perche’ nessuno l’ha difesa?»Dopo il primo delitto protette solo l’ex moglie e un’altra donna

SONIA Balconi vittima annunciata? E davvero si sarebbe potuto fare qualcosa per salvare la seconda vittima di un’assurda giornata di sangue?

«Perché – si chiede, affranto, il marito della donna assassinata a Rivolta d’Adda – nessuno ci ha avvertito della presenza di De Carlo e di quello che aveva fato a Torino?». Nessuno ha pensato che dopo Maria Montanaro, l’ex fidanzata uccisa a Riva di Chieri, nel Torinese, la furia omicida di De Carlo si sarebbe potuta abbattere sulla donna di Rivolta d’Adda?

Una donna di 42 anni che De Carlo aveva sottoposto a uno stalking prolungato, sfociato anche nella violenza fisica. La donna che aveva denunciato quello che sarebbe divenuto il suo assassino, lo avrebbe portato in un’aula di tribunale. Sono state invece protette altre due donne che avevano avuto la loro vita intrecciata con quella di De Carlo.

Il 23 febbraio di un anno fa, De Carlo è appostato nei pressi della villetta di Sonia Balconi. La vede uscire con la piccola in braccio. Una vicina lo ha scorto arrivare in moto, togliersi il casco. Poi sente Sonia gridare «Va’ via, i carabinieri sono già informati. Sanno che sei stato tu a buttarmi giù il cancello». Salta la recinzione, affronta Sonia. La minaccia. La colpisce. Perché? Viene negato che fra i due, dopo la conoscenza avvenuta nel 2004 in piscina, ci fosse stata una relazione che Sonia aveva deciso di troncare un mese prima di quell’aggressione.

ERA il solo De Carlo a essere entrato nella spirale di una ossessione amorosa che lo spingeva a essere convinto di essere il padre della bambina di Sonia.

«Mia moglie – dice Guido Olivari, il marito – andava in piscina. Penso che lui si fosse invaghito. Lei aveva troncato con la piscina e non gli aveva fatto sapere dove abitava. Poi sono cominciati i tormenti: biglietti, macchina danneggiata, vetri rotti. Abbiamo fatto denuncia su denuncia fino al fatto più grave. Eravamo una famiglia splendida, avevo una moglie splendida in tutti i sensi».

Qualche giorno dopo Sonia Balconi presenta una querela contro De Carlo. Il 15 maggio il suo legale Guido Corsini, ne presenta un’altra, che integra la precedente, per lesioni, minacce, molestie, violazione di domicilio. Vengono esposti alcuni episodi che hanno preceduto l’irruzione in giardino. Biglietti di minaccia nella cassetta della posta. Minacce sul retro di una cartolina con una immagine di rododendri. La vettura ripetutamente danneggiata. Due passaggi provocatori dell’uomo, in auto, davanti all’abitazione in via Alfieri 27.

Dopo la prima querela a Gaetano De Carlo viene ritirato il porto d’armi per uso sportivo e sono sequestrate una pistola e un’altra arma. Ma riesce a procurarsi una 7.65.

Il 30 aprile l’avviso di chiusura indagini. La procura di Crema chiede il rinvio a giudizio. In novembre ci sarebbe stata l’udienza preliminare.

Il legale di De Gaetano propone un risarcimento, meno di 5mila euro, che Sonia rifiuta. Dopo la querela del maggio 2009 De Carlo sembra essere sparito. Solo un episodio, qualche giorno fa: l’auto di De Carlo ha affiancato la sua e il guidatore ha guardato verso di lei. Mercoledì mattina. De Carlo è stato subito scoperto come l’assassino di Maria Montanaro.

VERSO le 7.30 una guardia giurata, suo vicino di casa a Vailate, ha notato il garage aperto e lo ha avvertito con un sms. «Chiudilo», è stato quello di risposta. Non solo.

Un’infermiera, Anna G., ha assistito all’omicidio di Sonia Balconi e ha tentato di soccorrerla. Fra le 9 e le 9.30 i carabinieri sono alla carrozzeria di Arzago d’Adda dova lavora De Carlo e negli uffici comunali di Vailate, il paese in cui risiede. Chiedono di Olga Racheleanu, una badante romena di 45 anni che ha convissuto con De Gaetano per un paio d’anni. La donna oggi abita a Caravaggio, dove ha affittato un appartamento per ospitare il figlio ventunenne. E Sonia Balconi? Perché non si pensa a lei? «Dopo la querela di maggio di un anno fa – dice un investigatore – De Gaetano non si era più fatto vivo con lei, niente faceva pensare che ci fosse un motivo per cercarlo. Dopo il secondo omicidio abbiamo protetto la donna romena e la ex moglie di De Carlo come possibili obiettivi». In più dopo l’uccisione della Montanaro si pensa che l’omicida possa essere riparato in Francia. «Abbiamo lavorato – dice il maggiore Domenico Mascoli, comandante del nucleo investigativo di Torino – in sinergia con i colleghi degli altri comandi». Ma resta anche da capire perché militari del capoluogo piemontese non fossero informati delle denunce presentate dalla seconda vittima contro il suo assassino.

dall’inviato Gabriele Moroni –  Notizia tratta da La Nazione

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