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Raffaella Ranauro, 41 anni, mamma di tre figli. Inseguita e uccisa con due colpi di pistola dal marito

Benevento, 21 Giugno 2013

RAFFAELLA_RANAURO_672-458_resizeUna coppia inossidabile in via di separazione. 

 

indexLuigi Chiumiento, 46 anni, carabiniere appuntato scelto, padre di tre figli. La gelosia di lui distrugge una famiglia.

 

 


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Ottopagine Benevento
L’insegue, la uccide e si spara – Lei era nella sua Citroen C3. Lui l’ha inseguita. L’ha tamponata e costretta a fermarsi. E’ sceso impugnando l’arma di ordinanza ed ha fatto fuoco due volte contro la moglie, uccidendola. Poi ha rivolto l’arma contro se stesso e l’ha fatta finita.
Il dramma nella zona della Rotonda degli Atleti, a Benevento, a poche centina di metri dallo stadio Ciro Vigorito. E’ questo il teatro dell’omicidio-suicidio che ha sconvolto la città. Luigi Chiumiento, 46 anni, un appuntato scelto dei carabinieri in servizio a San Leucio del Sannio, ha ammazzato la coniuge Raffaella Ranauro, 41 anni, e poi si è sparato. Erano genitori di tre figli di 19, 16 e 9 anni. Tragico epilogo di un rapporto che non filava via più liscio come un tempo.
L’incubo che brucia in un attimo due esistenze e getta nella disperazione tre giovani vite senza colpa
si consuma quando l’orologio ha da pochi minuti superato le 13. La prima segnalazione che giunge al 113 parla di un assalto armato ad un portavalori. L’allarme è immediato, accorrono gli agenti della Volante e della Mobile. La scena che si trovano di fronte è terribile. Dopo lo spartitraffico sono ferme due auto, entrambe di colore scuro: una Peugeot 807 monolume ha lo sportello lato guida aperto, una Citroen C3 il finestrino del conducente in frantumi. All’interno di quest’ultima il corpo di una donna riverso sul sedile del passeggero. Ad un paio di metri, ma sull’asfalto, mentre un rivolo di sangue scorre e si allunga sempre più, quello di un uomo. Lo sguardo è verso l’alto. A terra c’è una pistola. Basta pochissimo per capire cosa è accaduto. Lo riferisce un testimone. Sul posto intervengono i militari del Nucleo investigativo e del Comando provinciale (con il tenente colonnello Dino Fragassi e il colonnello Antonio Carideo), la dirigente della Mobile, Giovanna Salerno. La Scientifica esegue i rilievi, le forze dell’ordine faticano non poco per tenere alla larga quanti, a piedi o transitando in macchina, sono lì per curiosare. L’immarcescibile gusto del macabro. Arriva il sostituto procuratore Giovanni Tartaglia Polcini, colloquia a lungo con gli investigatori. Il professore Fernando Panarese, che ha lasciato l’aula di Corte di Assise dove avrebbe dovuto deporre come consulente dell’accusa nel processo per il delitto di un agricoltore, procede al sopralluogo. In attesa di ulteriori riscontri, anche attraverso le immagini delle telecamere presenti nell’area, i fatti vengono così ricostruiti.
Dopo aver ritirato la pagella scolastica di uno dei figli, Raffaella sta rientrando alla contrada Piano Morra, dove risiede nell’abitazione di famiglia. Il papà era un meccanico molto conosciuto. Luigi non deve lavorare, è in ferie. E’ il giorno del suo onomastico. Ha fatto un salto a San Leucio del Sannio per offrire il caffè ai colleghi. Poi il ritorno in città. Al telefono ha avuto una discussione con la moglie, con la quale è in via di separazione. Da alcuni mesi non condividono più la stessa casa. Hanno litigato, lo facevano spesso per motivi di gelosia. Accuse e sospetti, ipotizzano gli inquirenti. Luigi si mette sulle tracce della coniuge. Vede la sua C3 e la tallona; poi, all’altezza della Rotonda degli Atleti, la sperona. Raffaella sbanda, finisce contro un marciapiede. Un impatto che causa la rottura del paraurti e di una gomma anteriore. Sono istanti agghiaccianti. Luigi ha tra le mani una pistola. Si avvicina alla vettura e, dopo aver gridato qualcosa contro la donna, spara. Lo fa due volte, centrandola all’orecchio sinistro – il proiettile calibro 9 parabellum attraversa la cavità cranica e sbuca dall’altra parte -e, forse di striscio, all’avambraccio che lei alza, poverina, nel disperato e inutile tentativo di difendersi. L’appuntato si punta poi l’arma tra gola e mento e preme ancora il grilletto. Un colpo dal basso verso l’alto, anche per lui non c’è nulla da fare. Le salme vengono trasportate all’obitorio del Rummo, in attesa dell’autopsia. Tutt’intorno è solo dolore, mentre gli interrogativi si affastellano e non trovano risposte. Il pensiero corre ai tre ragazzi che in una torrida mattinata di giugno hanno perso i genitori. Luigi e Raffaella, cronaca di una storia sfociata nel dramma.

Today
Un appuntato scelto dei carabinieri ha inseguito la moglie in auto, l’ha costretta ad accostare e le ha sparato. Poi, con la stessa pistola, ha fatto fuoco contro se stesso – Carabiniere, Luigi Chiumiento, uccide la moglie Raffaella Ranauro a Benevento.
Assume contorni sempre più inquietanti l’omicidio suicidio del capoluogo sannita, dove un carabiniere ha ucciso sua moglie prima di togliersi la vita con la pistola d’ordinanza. Abbandonata la pista che inizialmente aveva fatto pensare ad una discussione finita male. L’appuntato, a quanto si apprende, non si trovava in auto con la moglie, ma l’avrebbe inseguita per poi ucciderla. Secondo una prima ricostruzione, il carabiniere Luigi Chiumiento avrebbe inseguito con la propria auto la moglie che era alla guida della sua Citroen. Una volta raggiunta, il militare le ha tagliato la strada costringendola a frenare. A quel punto Chiumiento sarebbe sceso dall’auto, si sarebbe avvicinato allo sportello di guida della Citroen ed avrebbe fatto fuoco attraverso il finestrino. La moglie, Raffaella Ranauro, è morta sul colpo.
Subito dopo, l’appuntato sarebbe risalito sulla propria auto, una Peugeot 807, e si sarebbe sparato un colpo sotto il mento. La coppia, l’uomo 46 anni, lei 41, lascia tre figli di 19, 16 e 9 anni.

 NTR24
Benevento: applausi e commozione per l’addio a Raffaella Ranauro – Nella stessa chiesa dove soltanto ieri è stato dato l’ultimo saluto al marito, l’appuntato dei carabinieri Luigi Chiumiento, questa mattina si sono celebrati i funerali della moglie Raffaella Ranauro. Una morte assurda e inspiegabile, lei, uccisa per mano dell’uomo che aveva sposato e con il quale aveva avuto tre figli, Nazzareno, Matteo e Clorinda che, oggi, in un dolore straziante ma composto hanno dato l’addio alla loro mamma. Stretti dall’abbraccio e dall’affetto della comunità che ha riempito la chiesa del “Sacro Cuore di Gesù” di Benevento. Tantissimi amici, i militari ed il comandante dell’Arma dei carabinieri, Antonio Carideo, il sindaco del capoluogo Fausto Pepe insieme all’assessore Cosimo Lepore hanno partecipato al rito funebre. Poche ma ricche di significato le parole del parroco nell’omelia. “In un momento drammatico, di grande dolore che ha sconvolto e colpito profondamente tutti e soprattutto i figli – ha detto – l’unica parola che può dare consolazione è l’amore di Dio. Perchè forte come la morte è solo l’amore”. Poi una preghiera che uno dei figli di Raffaella, Nazzareno, ha chiesto di leggere. Una preghiera che la mamma leggeva spesso ai suoi ragazzi. “La morte non è niente – recita. E’ come se io fossi nascosta nella stanza accanto. Asciuga le tue lacrime e non piangere, il tuo sorriso è la mia pace”.Tanta la commozione tra la folla che all’uscita della bara dalla chiesa con un lungo applauso ha salutato Raffaella.

Caiazzo Rinasce
Sono stati esplosi tre colpi d’ arma da fuoco con la pistola di ordinanza dell’appuntato scelto: due rivolti verso la donna, uno l’uomo sparandosi alla gola. La donna, Raffaella Ranauro, 41 anni, stava viaggiando, intorno alle ore 13.00, sulla sua autovettura, un’utilitaria Citroen C3 di colore nero, ma immediatamente dietro vi era un monovolume Peugeot 807 di colore scuro, la macchina con a bordo il marito, Luigi Chiumiento, 46 anni. Lui la stava inseguendo, probabilmente tra i due vi era stata una lite al telefono. Alla Rotonda degli Atleti, località a poche centinaia di metri dallo stadio Ciro Vigorito di Benevento, la donna viene tamponata con l’auto e costretta a fermarsi. Lui è sceso dalla sua auto con in pugno la pistola di ordinanza e ha sparato all’auto della moglie: due colpi, con il finestrino ancora alzato, che di fatto lo hanno mandato in fantumi, hanno ferito a morte la donna, il cui corpo si è riverso sul lato passeggeri. Subito dopo ha fatto un passo indietro e si rivolto l’arma verso di se, sparandosi un colpo alla gola.
La coppia di coniugi lascia tre figli: 19, 16 e 9 anni che hanno già ricevuto la visita del comandante della Legione carabinieri Campania di Napoli, il generale di divisione Carmine Adinolfi, e del comandante provinciale, colonnello Antonio Carideo, per fornire loro tutta l’assistenza necessaria. Secondo le indiscrezioni raccolte tra amici e parenti, il rapporto tra i due non più era tranquillo come un tempo, ma mai nessuno poteva presagire una tragedia del genere.
Ma ecco la ricostruzione. Sul luogo del delitto è passata immediatamente una volante del 113, che aveva ricevuto la segnalazione di un assalto armato ad un portavalori. Ma gli agenti della Volante e della Mobile, passando per la rotonda, e notando due autovetture ferme all’ncrocio, di cui una con lo sportello ancora aperto, si sono fermati. La scena che si sono trovati di fronte è stata raccapricciante. La monovolume Peugeot del amrito aveva, difatti, lo sportello lato guida aperto, e la Citroen C3 della donna il finestrino del conducente in frantumi. All’interno di quest’ultima il corpo di Raffaella Ranauro riverso sul sedile del passeggero. Ad un paio di metri, ma sull’asfalto, mentre un rivolo di sangue scorre e si allunga sempre più, quello di Luigi Chiumiento, con lo sguardo rivolto verso l’alto. A poche decine di centimetri la pistola. Alcuni testimoni confermano le prime impressioni sull’accaduto che si erano fatti gli agenti. Sul posto giungono anche i militari del Nucleo investigativo e del Comando provinciale, con il tenente colonnello Dino Fragassi e il colonnello Antonio Carideo, la dirigente della Mobile, Giovanna Salerno. La Scientifica ha subito cominciato ad eseguire i rilievi del caso, tenendo lontani i passanti. Di lì a poco arrva anche il sostituto procuratore Giovanni Tartaglia Polcini. Viene sollecitato anche il professore Fernando Panarese, che aveva da poco lasciato l’aula di Corte di Assise dove avrebbe dovuto deporre come consulente dell’accusa nel processo per il delitto di un agricoltore, che è giunto sul posto per il sopralluogo. In attesa di ulteriori riscontri, anche attraverso l’ausilio delle immagini delle telecamere presenti nell’area, i fatti vengono così ricostruiti. Dopo aver ritirato la pagella scolastica di uno dei figli, Raffaella sta rientrando alla contrada Piano Morra, dove risiede nell’abitazione di famiglia. Il papà era un meccanico molto conosciuto. Luigi non deve lavorare, è in ferie. E’ il giorno del suo onomastico. Ha fatto un salto a San Leucio del Sannio per offrire il caffè ai colleghi. Poi il ritorno in città. Al telefono ha avuto una discussione con la moglie, con la quale è in via di separazione. Da alcuni mesi non condividono più la stessa casa. Hanno litigato, lo facevano spesso per motivi di gelosia. Accuse e sospetti, ipotizzano gli inquirenti. Luigi si mette sulle tracce della coniuge. Vede la sua C3 e la tallona; poi, all’altezza della Rotonda degli Atleti, la sperona. Raffaella sbanda, finisce contro un marciapiede. Un impatto che causa la rottura del paraurti e di una gomma anteriore. Sono istanti agghiaccianti. Luigi ha tra le mani una pistola. Si avvicina alla vettura e, dopo aver gridato qualcosa contro la donna, spara. Lo fa due volte, centrandola all’orecchio sinistro, con il proiettile calibro 9 parabellum attraversa la cavità cranica e sbuca dall’altra parte e, forse di striscio, all’avambraccio che lei alza, poverina, nel disperato e inutile tentativo di difendersi. L’appuntato si punta poi l’arma tra gola e mento e preme ancora il grilletto. Un colpo dal basso verso l’alto, anche per lui non c’è nulla da fare. Le salme vengono trasportate all’obitorio del Rummo, in attesa dell’autopsia.
I due coniugi, secondo il racconto dei parenti, erano una coppia inossidabile. Lui aveva lavorato a Mirabella Eclano, poi presso la Compagnia di Montesarchio, dalla quale era stato infine trasferito alla Stazione di San Leucio del Sannio. I volti dei parenti sono rigati dalle lacrime, disperati, mentre raccontano che i due erano sempre insieme, ricordando l’ultima festa alla quale lei aveva partecipato da sola perchè Luigi era impegnato nei servizi ai seggi elettorali. Lui aveva postato questa frase su un social network appena il giorno prima: “Spero solo che un giorno avrai una brutta sensazione, una sensazione che non sai spiegare, una sensazione che ti dica “Hai fatto la scelta sbagliata”. Poi, subito dopo, un punto ed un’immagine con un aforisma: “Una persona non cambia con il tempo; Cambia con le forti delusioni che subisce”.
Anche stavolta entrerà in gioco l’autopsia virtuale. Era stata già eseguita nel beneventano nel dicembre scorso, in occasione di un omicidio a San Lorenzo Maggiore. Adesso la ripeterà il professore Fernando Panarese, su incarico del sostituto procuratore Giovanni Tartaglia Polcini. All’autopsia virtuale seguirà, probabilmente martedì, quella tradizionale. Si tratta di una tecnica innovativa che, utilizzando la diagnostica per immagini, permette con la Tac spirale di ricostruire in 3 D il percorso dei proiettili sparati.


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