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Nunzia Castellano, 31 anni, commercialista. Uccisa con un coltello a serramanico dall’ex fidanzato dopo anni di stalking

Napoli, 14 Novembre 2003


Titoli & Articoli

Dramma della gelosia a Napoli. Uccide l’ex fidanzata a coltellate (la Repubblica – 15 novembre 2003)
Subito arrestato l’assassino: “L’ho fatta grossa” La ragazza uccisa aveva avuto una storia con l’omicida
Un amore che si trasforma in follia e diventa dramma. Una vita spezzata da una serie di colpi di coltello. Nunzia Castellano aveva 31 anni. Viveva a Napoli. Dopo cinque anni di una storia con Luca Carafa, aveva chiuso al relazione. Ma l’ex fidanzato non si rassegnava. Per questo l’ha uccisa a colpi di coltello. Così ieri sera l’ha seguita con l’auto, mentre lei andava a ballare con alcune amiche. Luca l’ha raggiunta in un vialetto privato del quartiere residenziale di Posillipo. In giro non c’era nessuno. Ed è a quel punto che, nella testa di Luca è scattata la follia. Tre, forse quattro coltellate. Nunzia muore con la carotide recisa.
Luca Carafa lascia il luogo del delitto in taxi
. Va a casa e poi si dirige a Pozzuoli per cercare rifugio in un albergo gestito da alcuni parenti sul lago d’Averno. Quando gli uomini della squadra mobile di Napoli diretta da Giuseppe Fiore arrivano sulle sue tracce grazie alle informazioni fornite dalle amiche della vittima, Carafa ha già abbandonato l’albergo. Raggiunto sul cellulare si è convinto a consegnarsi alla polizia, i vestiti ancora sporchi di sangue, e ha confessato subito le proprie responsabilità con un disarmante: “L’ho fatta grossa, non mi rendo conto di quello che è successo”.
L’arma del delitto, un coltello a serramanico di quelli in uso per tagliare le cime, viene ritrovato lungo la Tangenziale di Napoli tra Cuma ed Agnano dove l’uomo l’aveva lasciato durante il trasferimento verso l’albergo di famiglia. Dalle prime indagini nel passato dell’omicida intanto emerge una denuncia per percosse fatta dalla ex fidanzata, testimonianza di un amore tormentato che si trascinava tra alti e bassi, scenate di gelosia, rotture e riconciliazioni fino al drammatico epilogo.
Tutto avviene in pochi minuti. Manca poco alla mezzanotte quando Carafa raggiunge a bordo della sua auto, Nunzia. La richiesta di un colloquio, le perplessità della donna vinte dall’insistenza dell’ex compagno, poi la richiesta alle amiche di allontanarsi e lasciarli soli. Quindi il diverbio e il tragico epilogo.
Quando le amiche di Nunzia Castellano tornano nel vialetto privato all’altezza di Via Posillipo 298, il corpo dell’amica è già privo di vita e in una pozza di sangue, mentre l’aggressore è scappato. Carafa si trova in stato di fermo nel carcere di Poggioreale. Sarà il pubblico ministero, Celeste Carrano, a decidere se nel capo di imputazione riconoscere o meno la premeditazione.

‘Voglio una foto di Nunzia’ (la Repubblica – 19 novembre 2003)
La seguiva, la controllava, le stava addosso. La pedinava lungo i percorsi della Napoli by night, si nascondeva sotto casa sua. Conosceva le auto dei suoi amici e i posti che frequentava, i gusti che la portavano a scegliere come e dove trascorrere una serata. Chiaia, San Pasquale, Posillipo, locali notturni e appartamenti dei conoscenti dove rintracciarla. Quella sera senza incertezze aveva imboccato a bordo della sua Hyundai il viale privato di Posillipo dove abita un’ amica della sua vittima.
Luca Carafa e Nunzia Castellano: un amore difficile durato cinque anni e finito male, con lunghi, dolorosi strascichi. Rotture, chiarimenti, brevi riconciliazioni. «Mi trattava peggio di un cane», sostiene ora Luca Carafa, 33 anni, in carcere per omicidio. Prega i suoi familiari: «Fatemi avere una foto di Nunzia, voglio tenerla con me in cella».
Piange, per aver ucciso, la sera del 14 novembre, la trentunenne commercialista che non lo voleva più. Un delitto premeditato, per l’ accusa. Perché anche quella sera lui l’ avrebbe seguita fino al viale di via Posillipo. Carafa non era lì per caso, in attesa – come ha invece sostenuto durante l’ interrogatorio – di raggiungere alcuni amici in piazza San Pasquale. L’ avrebbe colpita a morte appena rimasto solo con lei, perché nessuno ha sentito la ragazza gridare o chiedere aiuto. Nessuna lite, nessuna colluttazione. Luca Carafa avrebbe colpito Nunzia per tre volte alla gola e una al petto appena rimasto solo con lei. Poi altri fendenti in tutte le parti del corpo, dieci in tutto, sferrati con violenza dal basso verso l’ alto.
«Luca Carafa ed è una persona che si infiamma facilmente». è la rassegnata descrizione che dell’ assassino dà un suo cugino. Costretto dal dovere di verità a dare ragione ad amici e familiari di Nunzia, perseguitata fino al punto da essere costretta, in passato, a denunciarlo alle forze dell’ ordine.
«Torniamo indietro e raggiungiamo Nunzia. Sono preoccupata. L’ ex fidanzato ha un’ indole violenta», confida l’ amica della vittima alla sua compagna una volta lasciata Nunzia sola con Carafa. Un timore che si rivela tragicamente fondato. Quel che accade in seguito aggrava ulteriormente la posizione di Carafa, una «personalità violenta ed aggressiva», come lo definisce il padre di Nunzia, Giuseppe Castellano (la famiglia si costituirà parte civile). Carafa fugge lasciando la sua auto sul luogo del delitto perché bloccata da un’ altra vettura. Viene arrestato perché torna nell’ albergo della zia solo in quanto convinto che la polizia si è allontanata. Una fuga che potrebbe ripetersi in caso di arresti domiciliari. Non solo. Carafa racconta di una telefonata al cognato (il fidanzato della sorella) cinque minuti prima del delitto. «Nunzia ha il telefonino spento. Dov’ è?». «Sta dormendo», gli risponde il cognato. Un’ arma che la difesa potrebbe utilizzare con l’ obiettivo di declassare l’ accusa da omicidio premeditato a volontario. Ma di quella telefonata non c’ è traccia, sul telefonino di Carafa. Che presumibilmente era già a pochi metri da Nunzia, in via Posillipo. Dove ieri la sorella Rosaria ha deposto un mazzo di rose rosse.


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In memoria di

Femminicidi: la storia di Nunzia Castellano in un libro (Rai News – 23 maggio 2022)
Uccisa a 31 anni il 14 novembre del 2003 dal suo ex compagno. Ora la sua storia raccontata in un libro: “Gli occhi blu di Nunzia”
Aveva 31 anni Nunzia Castellano, era una giovane commercialista quando il 14 novembre del 2003 venne uccisa dal suo ex compagno. Uccisa senza pietà da chi diceva di amarla. Un amore tossico da cui non si poteva più scappare. A Nunzia fu rubato tutto pian piano. L’allegria, i sogni, gli affetti, la libertà, la dignità e infine la vita.
Nunzia Castellano quest’anno avrebbe compiuto 50 anni. Per ricordarla una biografia “Gli occhi blu di Nunzia”, scritta da Adele Camillo.
La famiglia di Nunzia ha da subito costituito un’associazione e da anni si batte per i diritti e la tutela delle donne. In Italia dal primo gennaio ad oggi sono già 38 i femminicidi registrati dall’Osservatorio sul Fenomeno della Violenza sulle Donne. L’ultimo nella nostra regione a Pontecagnano. Il primo marzo Anna Borsa, 30 anni, viene uccisa con un colpo di pistola alla testa dal suo ex fidanzato. L’ennesima vita spezzata, l’ennesima vittima della follia di un uomo.