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Jennifer Miccio, 30 anni, barista, mamma. Picchiata e investita più volte con la macchina da una specie di amico che poi getta il corpo in una scarpata

Prato , 16 Agosto 2014

jennifer-miccio1Chiama tre volte gli amici ma nessuno risponde. Cerca di scappare ma lui le passa sopra con la macchina e poi getta il corpo nella scarpata.


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Tre telefonate un’ora prima di morire
Jennifer ha telefonato almeno tre volte dal suo cellulare nemmeno un’ora prima di essere uccisa. Tra le 4 e le 4,20 della mattina del 16 agosto, Jennifer Miccio, 30 anni, ha cercato disperatamente, forse per chiedere aiuto, di mettersi in contatto con almeno tre delle cinque persone con le quali lei e Daniele Baiano avevano trascorso la serata nella discoteca Bahia al lago di Bilancino fino al momento in cui, alle 3,15, è scoppiata la lite. E’ uno degli elementi emersi nel corso delle indagini dei carabinieri di Firenze, Prato e Borgo San Lorenzo, su quello che a ventiquattro ore dall’autopsia effettuata nella medicina legale di Firenze, è ormai certo sia stato un omicidio-suicidio: Daniele Baiano, 34 anni, di Prato, appassionato di fantasy e heavy metal, ha ucciso per gelosia Jennifer, madre di un bambino di nove anni, “metallara” anche lei, vita e amici nelle frazioni di Vernio, perché – questa è l’ipotesi investigativa – ossessionato da quella donna che probabilmente voleva diventasse più di un amica, tra le 5 e le sei di mattina, abbandonando il corpo agonizzante, nella spiaggetta del lago, dopo averla investita con l’auto.
E’ rimettendo assieme i tasselli della serata di Ferragosto trascorsa in discoteca da Jenny, da Daniele e da altri cinque amici, tra i quali Adriano, il fratello più piccolo di Jenny, che qualche brandello di verità emerge, per ricostruire, in particolare, le fasi precedenti l’omicidio. Dalla prima analisi degli investigatori sul cellulare della donna, ritrovato nei pressi del corpo, è emerso che Jenny mentre era assieme a Daniele, in auto, durante le fasi di quella discussione accesa iniziata dentro la discoteca – hanno raccontato gli amici – intorno alle tre, avrebbe composto più volte il numero di alcuni di loro senza però ottenere risposta: troppo rumore dentro la discoteca per sentire la suoneria. Dall’indagine sui tabulati telefonici che il sostituto procuratore di Firenze Gianni Tei che seguo il caso, ordinerà probabilmente emergerà qualcosa di più. L’ipotesi che gli inquirenti fanno ma che potrebbe mutare nelle prossime ore, è che Jenny, forse costretta in auto dall’amico, abbia tentato di chiedere soccorso senza ottenerlo. Alle 5 gli amici della coppia sono usciti dal Bahia, hanno visto Jennifer e Daniele ancora a bordo della Fiat Punto del ragazzo, si sono avvicinati, li hanno salutati e se ne sono andati. Evidentemente non hanno percepito la situazione di difficoltà nella quale Jenny si trovava. E’ però proprio tra le 5 e le 6 – orario nel quale un pescatore ha scoperto il corpo senza vita della donna – che tutto è precipitato. Jennifer a un certo punto è uscita dall’auto con in mano il cellulare lasciando dentro l’abitacolo la borsetta (che è poi stata recuperata nel capannone tra Terrigoli e Le Confina affittato da Baiano e dove si è ucciso), forse voleva di nuovo chiamare qualcuno in suo aiuto. Dalla Punto – secondo al ricostruzione degli investigatori – sarebbe sceso anche Daniele. Per bloccarla? E’ in quella fase concitata, violenta, che Daniele e Jenny si colpiscono, ma è Daniele che tramortisce l’amica, non si sa se con un pugno o con degli schiaffi. Il medico legale ha trovate tracce di percosse – non di strangolamento – sul corpo della donna che quando è stata investita dall’auto era già a terra probabilmente priva di sensi.
Daniele tramortisce Jenny, in preda alla follia omicida rimonda in auto e passa sopra il corpo della donna a marcia avanti (dalle indagini della Scientifica le tracce di sangue sono più evidenti nella parte anteriore e via via diminuiscono). Le ruote passano sopra le gambe di Jenny e lasciano i segni, passano anche sopra il cellulare distante qualche decina di centimetri dal corpo della donna e sul display resta l’impronta delle gomme. Non è ancora finita: Daniele esce nuovamente dalla macchina e questa volta getta il corpo nella scarpata (non avrebbe potuto farlo rotolare giù visto che in quel punto c’è un guard rail di protezione). Finito tutto si mette all guida della Punto raggiunge il suo rifugio in Vallata e si impicca senza lasciare alcun messaggio. I carabinieri, tra le altre prove, hanno raccolto una pietra sporca di sangue che però non è ancora chiaro a chi appartenga. L’ultimo atto del dramma di Bilancino lo racconterà l’analisi tossicologica per la quale, però, occorrerà più tempo.


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