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Eleonora Liberatore, 37 anni, impiegata, mamma. Uccisa dall’ex con dieci coltellate al collo e al torace in un bar dove si trovava con degli amici

Cesenatico (Forlì – Cesena), 26 ottobre 2010

Eleonora era al bar per un aperitivo con i colleghi, esce a fumare una sigaretta e davanti a lei compare Sokol, il suo ex  convivente. Eleonora lo ha lasciato da due mesi ma lui non riesce ad accettarlo, lei lo hagià denunciato per stalking. “Devi venire via con me” le intima Sokol, ma lei si rifiuta. Allora lui tira fuori un coltello dallo stivale e la colpisce decine di volte lasciandola in un lago di sangue.La cosa più brutta che Eleonora avesse fatto era stato divorziare dal marito.

Sokol Pirra, 39 anni, elettricista. Tenta il suicidio ma viene bloccato e condannato a 18 anni con rito abbreviato, con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi

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Il Resto del Carlino

Omicidio di Cesenatico, i carabinieri: “E’ stato premeditato” – L’uomo, infatti era partito da casa con un coltello da cucina con una lama di 12 centimetri nascosto in uno stivale. L’albanese non si rassegnava all’idea che due mesi fa la donna avesse interrotto la loro relazione, andando via dalla casa nel centro di Cesena dove vivevano insieme.

L’uomo però non è stato ancora ascoltato dagli inquirenti poichè si trova all’ospedale Bufalini in prognosi riservata. Dopo l’omicidio infatti ha tentato il suicidio attaccandosi a un traliccio dell’alta tensione, dove poi è stato bloccato dai carabinieri e arrestato. Il 39enne rischia di perdere un braccio per le gravi ustioni riportate.

Numerosi i testimoniascoltati dai carabinieri che hanno assistito all’agghiacciante scena, si parla di un’aggressione molto rapida. La donna, Eleonora Liberatore, che si trovava nel bar per bere qualcosa con due suoi colleghi, è stata raggiunta da una decina di colpo al collo e al torace morendo dissanguata sul colpo. Sarebbe fissata per domani l’autopsia sul corpo della donna per stabilire il numero dei colpi inferti. La vittimalavorava da tre anni come impiegata amministrativa nell’azienda di forniture alimentari Ricci a Villalta. Le colleghe la ricordano come una donna generosa e affabile.

In una notacongiunta i sindaci di cesena, Paolo Lucchi, e di Cesenatico, Nivardo Panzavolta, esprimono il loro cordoglio sull’accaduto. ”Le nostre comunita’ non sono abituate a fronteggiare casi come questo, che per fortuna sono estremamente rari nella nostra realtà. Infine aggiungono: ”Un caso isolato, ma che ci deve far riflettere sulla crescente vulnerabilita’ di molte donne”

Il Resto del Carlino

Il padre di Eleonora: “Paghi per ciò che ha fatto” – I genitori chiusi nel dolore chiedono giustizia … una signora, visibilmente provata. È la mamma di Eleonora Liberatore.  Rosalba Celli, questo il nome della signora, è dignitosamente composta in un dolore che annichilisce. Preferisce non parlare. Si protegge con la tenda che separa la porta di casa dal cancelletto d’accesso, alla fine riesce a pronunciare qualche parola. “Desidero solo che lui venga punito in modo esemplare” dichiara scuotendo il capo. “Lui” è Sokol Pirra, il 39enne albanese che fino a qualche mese fa conviveva con Eleonora a Cesena. I genitori della ragazza erano a conoscenza della relazione, ma non sapevano nulla di quell’uomo. Si sono sempre rifiutati di incontrarlo. “La cosa più brutta che ha fatto mia figlia è stata separarsi dal marito”, dichiara la signora Rosalba, stordita da una tragedia di cui forse non si rende ancora conto. 

Sopraggiunge il marito Bruno, originario di Campobasso. Al pari della moglie risponde con voce calma alle domande dei giornalisti. “Cosa vuole che dica? Purtroppo non c’è niente da dire — sussurra scuotendo la testa —. Ho un solo desiderio: che la giustizia faccia il suo corso. Quell’uomo deve pagare per quello che ha fatto”. Ieri mattina ha parlato con il nipote quindicenne, che dal giorno della separazione dei genitori vive col padre. “è sconcertato come noi — aggiunge il nonno —. Ma è un ragazzo forte” …  Poi con gentilezza addolorata aggiunge un triste dettaglio: “Eleonora sarebbe dovuta venire sabato. Chissà forse voleva raccontarci i suoi problemi, aprirci il suo cuore”. Non ne ha avuto il tempo.

di Francesca Miccoli

Il Resto del Carlino

Il killer di Eleonora condannato a 18 anni – Per Sokol Pirra pena ‘scontata’ con il rito abbreviato

NON hanno voluto risarcimenti. Non hanno confuso — i genitori di Eleonora — un valore con un prezzo. Hanno chiesto giustizia, pura, svincolata da attributi di ritorno: «Desidero solo che lui venga punito in modo esemplare» disse Rosalba anno fa, il giorno dopo dell’assassinio della figlia.

Il 26 ottobre, alle sette di sera, Eleonora Liberatore, 37 anni, mamma di un ragazzo di 17 — residente col padre a Meldola —, venne ammazzata a coltellate al ‘Madame Cafè’ di Villalta di Cesenatico (Eleonora era lì per l’aperitivo; lavorava in un’azienda di fronte). Una lama di dodici centimetri la trafisse con quella ferocia che appartiene agli echi della vendetta. L’assassino è il suo ex. Ex amante, l’uomo per il quale Eleonora aveva lasciato, qualche anno prima, il marito.

IERI, il verdetto, sottoscritto dal giudice dell’udienza preliminare Giovanni Trerè: l’omicida, Sokol Pirra, 40 anni, elettricista albanese, ha incassato 18 anni di carcere con rito abbreviato (quanto richiesto dal pm Marco Forte). Ciò vuol dire che la pena sarebbe stata di 27 anni. Ma il percorso ‘breve’, alternativo, permette lo sconto di un terzo del conto finale.

NIENTE risarcimenti. Non è stato dato un prezzo all’assenza definitiva di Eleonora, caduta sotto la macchia di colpi inferti dalla furia predatrice di Sokol (difeso in aula dall’avvocato Chiara Brunelli). I genitori (Bruno e Rosalba, che abitano a Castrocaro), il marito, il figlio (assistiti dall’avvocato Massimo Beleffi), volevano giustizia. Ieri l’epilogo. Diciott’anni per Sokol, l’elettricista albanese con cui Eleonora aveva vissuto lo strepito della passione. Un amore improvviso che aveva rimesso insieme in un colpo solo pezzi di sogni infranti e aveva portato Eleonora in un’altra città, Cesena, dove Sokol viveva con altri immigrati da Tirana. In pochi giorni Eleonora e Sokol vanno a vivere insieme. Diventano una famiglia. Lei lavora a Villalta, impiegata amministrativa all’azienda Ricci, specializzata nelle forniture alimentari. Lui fa l’elettricista. Coppia inattesa. Gioiosa. Fino all’estate 2010.

IL FILO si spezza. Litigi, amarezze, rancori; ferraglia di un amore lentamente in frantumi prendono il posto di risvegli, sorrisi, visioni. Eleonora se ne va. Sokol impazzisce. Arriva la sera del 26 ottobre. Sokol si presenta al bar con un coltello negli stivali, colpisce Eleonora una dozzina di volte e scappa: tenta di suicidarsi, fulminandosi a un traliccio dell’Enel (resterà ferito a un braccio). Per il giudice, un delitto premeditato, innescato da futili motivi: due aggravanti che hanno pesato parecchio sulla bilancia della giustizia.

di Maurizio Burnacci

Repubblica

Cesenatico, accoltella l’ex al barpoi fugge e tenta di folgorarsi – Omicidio passionale secondo gli inquirenti. Si è consumato in un locale di Villalta: la donna, Eleonora Liberatore, 34 anni, era uscita a fumare una sigaretta quando è arrivato il suo ex compagno, Sokol Birra, e l’ha colpita almeno cinque volte con una lama di quindici centimetri. L’uomo è poi fuggito, ma i carabinieri l’hanno trovato: aveva tentato il suicidio, la scossa elettrica gli ha distrutto un braccio.

I soccorritori si sono mossi appena è arrivata la telefonata: “Correte, hanno accoltellato una donna al Madame caffè”. Quando sono arrivati, hanno trovato il corpo di Eleonora Liberatore steso a terra in un pozza di sangue. L’uomo che un tempo l’aveva amata e con il quale aveva vissuto le ha sferrato un fendente mortale al collo.

Nel bar di Villalta di Cesenatico si consuma un dramma passionale sotto gli occhi di molte persone: è l’ora dell’aperitivo. Sokol Pirra, 39 anni, albanese, da tre mesi dà fastidio alla donna, da quando la loro relazione è finita. Eleonora Liberatore lavora vicino al locale. Vi arriva con un’amica e un amico per bere qualcosa. Pirra li trova fuori a fumarsi una sigaretta. Il coltello di 15 centimetri è nascosto in un calzino. Un grido: “Devi venire via con me”, poi la colpisce, almeno cinque volte, anche al petto e alla schiena. Eleonora muore per dissanguamento.

Sokol Pirra abbandona l’arma e scappa a piedi. Sembra una scena da film: si rifugia in un casolare di campagna, tutto lordato di sangue. Non oppone resistenza quando i carabinieri lo trovano: ha anche tentato di uccidersi, folgorandosi a un palo della luce, ma lui che è elettricista non riesce a prendere la scossa giusta, e a farne le spese è solo il braccio. Ora è piantonato al Bufalini di Cesena.

di Micol Lavinia Lundari

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La Gazzetta di Modena