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Domenica Menna, 24 anni, autista di scuolabus. Inseguita in macchina e costretta a fermarsi dall’ex fidanzato che l’ha uccisa con quattro colpi di pistola

Parma, 4 febbraio 2012

Lei lo aveva lasciato da poche settimane, dopo quattro anni di fidanzamento. Lui aveva appena smontato dal turno di notte e invece di andare a dormire l’ha aspettata sotto casa, l’ha inseguita con la macchina, l’ha costretta a fermarsi e a quel punto, quando lei ha aperto lo sportello, l’ha uccisa con quattro colpi di pistola.

Salvio Chirullo, 42 anni, vigilante. Non riusciva a farsene una ragione. Suicida.

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Repubblica

vigilante uccide la ex e subito dopo si toglie la vita – Il delitto all’alba, al civico 13 di via Cremonese. Salvio Chirullo, 42 anni, ha seguito in auto Domenica Menna, 24 anni, che l’aveva lasciato, per poi spararle con l’arma di servizio

In questa gelida alba di inizio febbraio Domenica Menna era appena uscita di casa per andare a lavorare. I “suoi” bambini l’avrebbero aspettata alle fermate, lei sarebbe arrivata al volante di un pulmino rosso per portarli a scuola. Questo oggi non è successo. Perché la giovane autista di Happybus, di appena ventiquattro anni, è rimasta vittima della follia del suo ex fidanzato. Salvio Chirullo, 42enne originario di Napoli, aveva staccato dal servizio notturno di guardia giurata al Barilla Center alle sei di mattina. Con la divisa dell’Ivri ancora addosso, non è tornato nella sua casa di via Benedetta. Si è recato a Fognano, nei pressi della pizzeria Osteriaccia, dove Domenica abitava con i genitori e le due sorelle quasi coetanee. Ha aspettato che la Hyundai 120 della ragazza imboccasse via Cremonese e l’ha seguita, a bordo della sua Fiat Bravo. All’altezza del civico 14, l’ha sorpassata costringendola a fermarsi.

Salvio e Domenica avevano vissuto una lunga relazione. Dopo quattro anni di fidanzamento, da poche settimane lei lo aveva lasciato. Lui, probabilmente, non è riuscito a farsene una ragione. Si è avvicinato all’auto dell’ex fidanzata, ferma in mezzo alla strada con le quattro frecce accese. Lei ha tirato giù il finestrino, voleva palare con lui, ascoltare quello che voleva dirle. Nessuno può sapere con certezza cosa sia accaduto prima che si consumasse la tragedia. I due erano soli. Forse è scoppiato un diverbio, sono volate parole dure. O forse Domenica non ha fatto in tempo a dire nulla, perché il suo ex fidanzato era andato da lei con un’intenzione precisa. L’uomo ha aperto la portiera, ha estratto la pistola d’ordinanza e ha sparato alla ragazza quattro colpi. Uno l’ha raggiunta alla testa, senza lasciarle scampo. La polizia l’ha trovata riversa sul volante, con ancora la cintura di sicurezza allacciata. Subito dopo, Salvio Chirullo ha rivolto la pistola contro di sé. Si è sparato un colpo alla tempia. E’ caduto riverso sull’asfalto, morto, un piede dentro all’abitacolo della Hyundai.

Nella concitazione di quei momenti è partito un altro colpo, il sesto, verso l’alto. Il proiettile ha attraversato la tapparella di una finestra della casa adiacente, al primo piano, e ha colpito il soffitto del salone. La stanza, fortunatamente, era deserta. I residenti sono stati svegliati dal rumore degli spari. Fuori dalla finestra, la tragica scena: un uomo riverso per terra, una ragazza esanime nell’auto. Subito è stato allertato il 118, ma gli operatori sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della coppia. La Squadra mobile, coordinata dal pm Roberta Licci, ha circoscritto la zona per permettere alla Scientifica di effettuare i primi rilievi. Per tutta la mattinata via Cremonese è stata chiusa alla circolazione. I corpi della vittima e dell’omicida sono stati trasportati all’istituto di Medicina legale, dove saranno sottoposti all’autopsia. Gli inquirenti hanno pochi dubbi sulla ricostruzione degli avvenimenti: si tratta di un omicidio-suicidio dettato da motivi passionali.

E’ l’ennesima donna, giovanissima, che rimane vittima dell’ossessione di un uomo. Anche nella nostra provincia questi delitti non sono rari. E’ quello che successe a Silvia Mantovani, uccisa nel 2006 dal suo ex fidanzato Aldo Cagna, o alla diciassettenne Virginia Fereoli, vittima nello stesso anno della follia di Stefano Rossi. Anche l’anno scorso due donne sono state uccise da uomini che pensavano di amarle: la 20enne rumena Cosmina Burlan, strangolata da Silvano Rainieri, e la 24enne etiope Gouesh Gebrehiwot, ammazzata con un colpo di pistola da Enrico Croci. Questa volta, non ci sarebbero stati segnali che potevano far prevedere una simile tragedia: Salvio e Domenica si erano lasciati da poche settimane, non risultano denunce per stalking o per atti violenti contro la ragazza. E questa volta l’assassino ha scelto nel modo più tragico di non affrontare le conseguenze del suo gesto.

di Maria Chiara Perri

Parma Today

Salvio Chirullo, 42 anni, originario di Napoli, vigilante dell’Ivri (Istituti di vigilanza riuniti d’Italia), è l’autore dell’ omicidio-suicidio avvenuto questa mattina alle 6.30 in via Cremonese … l’uomo, dopo un diverbio ieri sera a casa della fidanzata di 24 anni, Domenica Menna, questa mattina l’ha inseguita mentre in auto lei andava al lavoro, le ha tagliato la strada, e poi ha esploso quattro colpi su di lei, tre al corpo, uno alla testa. Poi si è sparato alla testa a sua volta. Cadendo, è partito un secondo colpo, finito contro una casa.

IL MOVENTE

Aveva appena smontato dal servizio il vigilante notturno e si era appostato a 100 metri dall’abitazione di Domenica Menna per cercare di ottenere da lei un altro colloquio dopo il litigio della sera prima. Chirullo, sempre stando alla prima ricostruzione degli inquirenti, aveva terminato da appena una settimana la relazione sentimentale avviata quattro anni fa con la ragazza. E presumibilmente non aveva ‘digerito’ quella separazione a cui non aveva intenzione di rassegnarsi.Per questo, stamattina, si trovava a poca distanza dall’abitazione della vittima, forse, per cercare nuovamente un dialogo – ha spiegato il comandante della squadra mobile di Parma Enrico Tassi, nel corso della conferenza stampa in Questura – allo stato, però, questa resta ancora un’ipotesi”. Di sicuro c’é che Chirullo è riuscito ad avvicinare la sua vittima, a parlarle e a cercare di ottenere da lei qualche risposta. L’omicida si trovava fuori dall’auto della vittima, appoggiato con le mani allo sportello del lato guidatore. Il finestrino era stato abbassato, segno questo che Domenica Menna doveva aver acconsentito alle richieste dell’uomo e aver imbastito con lui un colloquio. Alle 6.30 si sono uditi i colpi di pistola.

L’ipotesi più probabile è che Chirullo abbia aperto lo sportello dell’auto, estratto la pistola e sparato in rapida successione i quattro colpi che hanno raggiunto la ragazza. Uno ha colpito la vittima alla testa, tre hanno raggiunto il corpo. Di questi ultimi, alcuni sono usciti dal corpo e si sono conficcati nello sportello lato passeggero della vettura. In seguito Chirullo si è colpito alla tempia destra. Un altro proiettile è stato sparato successivamente. Si ipotizza che Chirullo, cadendo al suolo ferito a morte, abbia contratto l’indice facendo partire un’altra pallottola, che si é conficcata nel soffitto di un appartamento la cui finestra affaccia sulla strada dove è avvenuto l’omicidio.

Gli esperti in balistica della Questura hanno rimosso l’ogiva dall’appartamento e fatto le misurazioni del caso. Nel cadere oramai privo di vita, Chirullo è atterrato sulla pistola nascondendola alla vista delle forze dell’ordine intervenute dopo l’allarme dato da alcuni abitanti della zona. I primi risultati dovrebbero essere disponibili tra due o tre giorni. Gli uomini della Mobile hanno trovato la ragazza deceduta con ancora la cintura di sicurezza indosso e l’uomo riverso a terra con un piede appoggiato al predellino della macchina. I corpi dei due deceduti sono stati trasportati all’Istituto di medicina legale di Parma per l’autopsia disposta dalla pm Roberta Licci. Stando alle informazioni raccolte dagli inquirenti, Chirullo non aveva nessun precedente né mai compiuto atti che potessero lasciar pensare a comportamenti tanto clamorosi. La vittima viveva con la famiglia in un’abitazione poco distante dal luogo dell’omicidio.

di Gaetano Trocciola

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 Gazzetta di Parma