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Barbara, 43 anni. Uccisa a martellate e accoltellata, insieme alla mamma, dal padre

Cavour (Torino), 15 Gennaio 2013


Titoli & Articoli

Uccide moglie e figlia per non farle soffrire (la Repubblica – 16 gennaio 2013)
«Sa perché non mi sono ammazzato anch’ io signor magistrato? Perché devo restare vivo per pagare per quello che ho fatto», dice con uno scatto d’ orgoglio Franco Pons alzando per la prima volta lo sguardo dal pavimento.

E’ la tarda mattinata di ieri e nella caserma dei carabinieri di Pinerolo Pons, 67 anni, fabbro in pensione, ha appena confessato al pm Ciro Santoriello di aver ucciso moglie e figlia. Lo ha fatto a testa china, sforzandosi di parlare in italiano. Al suo avvocato, Alfredo Merlo, invece dice ora in dialetto: «Ho lasciato tutto fatto, a casa ci sono i soldi per i funerali…». Sul tavolo della cucina nell’ appartamento della palazzina grigia in via Dante Alighieri 40 a Cavour i carabinieri hanno già trovato diecimila euro, uno sopra all’ altro e con un biglietto: «Per la sepoltura».
Nella stanze da letto matrimoniale gli investigatori hanno trovato il corpo senza vita di Maddalena Livatino, 63 anni, la seconda moglie di Pons e in quella accanto il cadavere di Barbara, la figlia di primo letto che aveva 42 anni, ma era rimasta bambina. «Invalida al cento per cento – sottolinea l’ avvocato Merlo – e accudita con amore dalla matrigna».
Franco Pons le ha ammazzate nel cuore della notte. «Ore tre e trenta…», hanno appuntato i carabinieri nel loro rapporto. Per prima ha ucciso la moglie, sposata dopo essere rimasto vedovo quando Barbara aveva appena 5 anni. Le ha fracassato il cranio con un martello, tenendola ferma sul letto. E nello stesso modo ha ucciso Barbara subito dopo. Poi è corso in cucina ha impugnato il coltello del pane e ha tagliato la gola ad entrambe. «Volevo che non soffrissero più», ha spiegato al pm Santoriello.
I carabinieri però hanno trovato una scena del crimine inusuale: le due stanze erano state pulite con cura, il coltello e il martello lavati e riposti nel cassetto della cucina il primo, nel secchio degli attrezzi il secondo. Alle cinque, dopo aver ripulito la casa, Franco Pons è uscito. Con il passo svelto del cercatore di funghi («la sua passione insieme al ciclismo, faceva vere e proprie maratone sui pedali», dicono i vicini) ha raggiunto la stazione dei carabinieri.
Quella di Cavour non ha il turno di notte, al citofono rispondono i militari di Pinerolo. «Ho fatto un guaio grosso – ha ammesso il pensionato – vi aspetto a casa, venite». Così Franco Pons è tornato nella palazzina di via Alighieri e si è seduto sul divano ad aspettare. Davanti a lui il calendario, fitto di memorandum ma solo sino al 14 dicembre, come se in quella data fosse fissata la fine di tutto.
«Loro sono di là, nelle loro stanze», ha detto alla pattuglia del Radiomobile arrivata in pochi minuti. E poco dopo in caserma l’ interrogatorio del magistrato. «Ho sbagliato a comprare quella casa – dice Pons – è poco che abitiamo lì, prima stavamo a Garzigliana. L’ ho pagata 500mila euro ma dà solo problemi. Ci sono sempre bollette da pagare: il riscaldamento, l’ Imu. E se mi fosse successo qualcosa? Come potevano vivere Maddalena che non ha la pensione e soprattutto Barbara che ha bisogno di assistenza continua? Non volevo che mia figlia finisse in un istituto, magari in un manicomio. E’ sempre stata con me, sempre, sempre…». Quella del pensionato è una confessione confusa, a tratti sconnessa. Al pm basta mezz’ ora per raccoglierla. Alfredo Merlo, l’ avvocato, sottolinea: «Credo che si sia costruito un mondo di ossessioni tutto suo». E il magistrato Ciro Santoriello aggiunge: «L’ insistenza sui problemi economici pare poco fondata…». Sul suo conto corrente Pons infatti ha più di 50mila euro. Per i vicini di via Alighieri era solo un appassionato ciclista e cercatore di funghi. Chi lo conosce bene invece lo descrive come un uomo violento, possessivo e geloso. Grazia, la figlia di Maddalena Livatino che l’ uomo aveva adottato dopo il matrimonio, appena ha potuto se n’ è andata di casa. L’ avvocato Andrea Cianci a cui si è affidata come parte offesa spiega: «Non aveva più rapporti con lui, solo con la madre. Credo che abbia sofferto molto». Violento e metodico, tanto da pulire casa dopo aver ucciso due volte.

Omicidio a Cavour: uccise moglie Maddalena Livatino e figlia Barbara Pons (Torino Today – 15 gennaio 2013)
Ha ucciso la figlia e la moglie perché era preoccupato per il loro futuro. Questa la spiegazione data da Franco Pons, l’anziano che questa notte ha ucciso a Cavour a martellate i componenti della su famiglia. Ha confessato tutto al pm Cirio Santoriello. Franco Pons ha 77 anni e ha passato la vita facendo il fabbro. In pensione da diversi anni, ultimamente era caduto in una crisi depressiva, forse proprio a causa di quella preoccupazione che lo avrebbe portato al gesto di questa notte. I vicini di casa lo descrivono come “un uomo per bene, marito e padre esemplare”, una persona di cui potersi fidare e di cui nessuno ha mai diffidato.
Le vittime della storia sono due donne accomunate da anni passati insieme, ma non da un rapporto di sangue. Barbara Pons, 43 anni, era infatti la figlia disabile avuta da una precedente relazione. Maddalena Livatino, 63 anni, era la sua attuale moglie.
“Quando io sarò morto cosa ne sarà di mia figlia e di mia moglie?“, ha pensato Franco Pons nel momento in cui ha deciso di togliere la vita alle due donne. Lo ha confessato al pubblico ministero, ripetendo più volte che ora deve pagare per quello che ha fatto. Prima di compiere compiere il duplice omicidio aveva preparato una busta con dentro dei soldi. L’ha data ai Carabinieri dicendo che sarebbero serviti per i funerali.
Nell’interrogatorio l’anziano ha anche raccontato come ha ucciso Barbara e Maddalena. Le ha prima colpite con un martello durante il sonno. Subito dopo le ha accoltellate per accertarsi che fossero morte.
Ora in via Dante Alighieri c’è un silenzio rispettoso. Molti non capiscono il perché: “Franco? Una persona mite, adorava quella figlia”, dice un’anziana, “erano bravi tutti e tre“, aggiunge un’altra persona guardando la villetta al civico 40 in cui si è consumato il duplice omicidio.


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