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Antonella Riotino, 21 anni, studentessa. Uccisa dal fidanzato che, dopo mesi di stalking e minacce, l’ha picchiata, sbattendole la testa su un muretto, poi soffocata e sgozzata con un coltello da cucina. Infine ha gettato il corpo in un terreno, coprendolo di foglie.

Putignano (Bari), 4 Gennaio 2012


Titoli & Articoli

Strangolata e sgozzata dal fidanzato, lui confessa: “Volevo lasciarla” (Bari Today – 6 gennaio 2023)
Il corpo di Antonella Riotino, 21 anni, è stato trovato ieri sera in una scarpata di via Fratelli Bandiera a Putignano. La ragazza è stata prima strangolata, poi sgozzata. In nottata la confessione del fidanzato, che prima avrebbe cercato di depistare le indagini tramite Facebook.
Tre sere fa non era tornata a casa, così i genitori di Antonella Riotino, 21enne di Putignano, ieri mattina avevano allertato i carabinieri, facendo partire le ricerche. Nella tarda serata di ieri la tragica scoperta. Antonella è stata ritrovata in una scarpata in via Fratelli Bandiera, alla periferia di Putignano: abbandonata nella campagna, alla gola numerose ferite da arma da taglio. A permettere il ritrovamento del corpoil 18enne fidanzato della giovane, Antonio Giannandrea, subito diventato il principale sospettato per l’omicidio. Nella notte, al termine di un lungo interrogatorio, la confessione: il 18enne ha ammesso di aver compiuto l’omicidio.
Alla base del folle gesto, probabilmente motivi passionali: secondo quanto raccontato dallo stesso Giannandrea, infatti, il ragazzo voleva da tempo interrompere la relazione con Antonella, e per questo i due avrebbe avuto un’animata discussione, poi finita in tragedia. Nell’abitazione del ragazzo sarebbero stati trovati dagli investigatori il cellulare della ragazza e abiti sporchi di sangue. Ieri mattina sarebbe stato proprio Giannadrea a denunciare la scomparsa di Antonella, presentandosi in caserma insieme ai genitori di lei. Secondo indiscrezioni, il giovane per tutta la giornata avrebbe anche tentato di depistare le ricerche della ragazza attraverso Facebook, dove la vittima aveva un profilo. Secondo le prime ricostruzioni, Antonella è stata prima soffocata, poi colpita al viso con molti pugni, tanto da avere il volto tumefatto, e poi raggiunta al collo dai fendenti di un coltello da cucina. L’omicidio sarebbe avvenuto nei pressi  della scarpata dove è stato poi ritrovato il corpo.

Delitto e depistaggio «L’hanno rapita». Per il fidanzato è omicidio premeditato (Corriere del Mezzogiorno – 7 gennaio 2012)
La presunta dinamica: picchiata, strangolata, colpita alla gola con un coltello e gettata nella scarpata
Non è stato un raptus di follia. Ma un omicidio premeditato. Antonio Giannandrea, 18 anni, aveva un piano per eliminare la sua fidanzatina Antonella Riotino. Prima il delitto e poi il depistaggio su Facebook. Mercoledì sera aveva chiesto alla ragazza di incontrarlo alle 19, nel solito posto: via Fratelli Bandiera, una stradina di campagna a 500 metri da borgo San Nicola, il complesso di case popolari dove vive la famiglia Riotino. Il giovane omicida aveva con sé un coltello da cucina. Ritrovato poi insanguinato e spezzato nel dirupo. I due hanno litigato. Sono volate brutte parole e anche le mani. Poi Giannandrea si è trasformato nell’orco. Ha afferrato la 21enne dalla testa e l’ha scaraventata contro un muretto a secco. In una sequenza di gesti concitati, l’ha presa dalla gola e l’ha soffocata con le mani. Infine il colpo di grazia: una ferita profonda che ha lacerato la gola. Il 18enne ha gettato il cadavere in una scarpata. Vigili del fuoco e carabinieri hanno trovato il corpo di Antonella ricoperto per metà di foglie e di terreno: un chiaro segnale del tentativo di seppellirla per non lasciare tracce.
Durante l’interrogatorio Giannandrea ha anche spiegato come ha tentato di depistare le indagini su Facebook, il giorno dopo. Mentre i genitori della ragazza andavano in caserma per denunciarne la scomparsa, l’omicida architettava la messa in scena. Ha creato un finto profilo Facebook, con lo pseudonimo Rusty light (dal nome di un videogioco). Con questo account fasullo ha contattato la sorella di Antonella, Giulia, per mandarle un messaggio in posta privata: «Ho visto due uomini che rapinavano Antonella, trascinandola dalla piazza verso la campagna. Sono stati loro». Frasi agghiaccianti che però non hanno ingannato gli inquirenti. Così messo alle strette, è crollato. Sul movente si è contraddetto più volte. «Volevo lasciarla, era gelosa e ossessiva», ha riferito. Poi, incalzato dalle domande, ha detto: «Io l’amavo, l’amavo tanto». Si trattava di un rapporto tormentato, un amore inquieto, fatto di liti e affronti, culminati poi nella violenza. Sotto il falso nome inglese, il ragazzo avrebbe mandato anche messaggi di morte ad Antonella. Ne è sicuro il vicino di casa, Vito, che ricorda di aver accompagnato la ragazza in caserma a Putignano un mese fa per sporgere denuncia. Secondo Vito, il misterioso pseudonimo, era riconducibile a Giannandrea.
L’impressione è che lo studente abbia ucciso per dimostrare di non essere un debole. Come se avesse voluto liberarsi di un peso. Gli amici hanno raccontato ai carabinieri di averlo preso in giro più volte per la sua storia con Antonella. Non approvavano ed erano arrivati a schernire il 18enne, che si sentiva preso in giro. L’interrogatorio è durato meno di un’ora. Il ragazzo è stato trasferito in isolamento in una cella del carcere di Bari, dove oggi si terrà l’udienza di convalida dell’arresto per omicidio preterintenzionale. Nel frattempo lunedì sarà eseguita l’autopsia sul cadavere della ragazza. Sarà il medico legale Giancarlo Divella ad eseguirla per stabilire con precisione l’orario e le cause del delitto. Il ragazzo è stato «tradito» poi da vistose lesioni che ha riportato sulle mani. Gli hanno chiesto come se le fosse procurate e la sua sicurezza, ostentata in un primo momento, ha cominciato a vacillare fino all’ammissione. Nell’abitazione del giovane i carabinieri hanno trovato il cellulare di Antonella e sequestrato alcuni indumenti sporchi di sangue ora al vaglio della squadra investigazioni speciali dell’Arma.

 

In abito da sposa e con tutti gli amici a Putignano l’ultimo saluto ad Antonella (la Repubblica – 8 gennaio 2012)
Con l’abito da sposa e i fiori, composta nella bara,  e accanto una grande foto di un angelo che dall’altare veglia su di lei. E intorno, per darle l’ultimo saluto, la sua famiglia e i compagni di scuola, amici di Antonella Riotino, uccisa a 21 anni, e di Antonio Giannandrea, di 18, il suo fidanzato e assassino. I funerali della giovane di Putignano, ammazzata il 4 gennaio scorso nelle campagne del paese, si sono svolti oggi pomeriggio, alle 15.30, nella affollatissima chiesa Santissima Maria del Carmine. Ad officiare il rito, il parroco don Antonio Di Lorenzo. Per ricordarla, oltre al sindaco del paese, i suoi compagni di classe e una sua amica del cuore, che hanno letto i loro messaggi a una platea addolorata di parenti e amici.
All’interno della chiesa era presente anche il gonfalone dell’Istituto scolastico “Agerbino” di Putignano con il dirigente scolastico. Domani mattina, intanto, Giannandrea comparirà dinanzi al gip del tribunale di Bari, Marco Guida per la convalida del fermo eseguito venerdì scorso dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario premeditato, aggravato dalle sevizie e dalla crudeltà. Secondo quanto da lui stesso confessato al termine di un lungo interrogatorio, Antonella sarebbe stata uccisa durante un litigio con un coltello da cucina, poi ritrovato nell’abitazione del ragazzo. Prima di sgozzarla, le avrebbe battuto più volte il capo contro il muretto e l’avrebbe anche strangolata.
Resta però ancora da capire il movente che lo ha spinto a uccidere la sua fidanzata, con la quale c’era un rapporto sì contrastato ma che non faceva immaginare l’infelice esito. Antonio Giannandrea è stato incastrato dal suo stesso tentativo di depistaggio, fatto dal profilo Facebook “Rasta light” a lui riconducibile (lo stesso nome di un videogioco che gli aveva regalato Antonella): il ragazzo, dopo l’omicidio, avrebbe inviato alcuni messaggi alla sorella della vittima, sostenendo di averla vista andare via con tre persone, due delle quali donne.

 

Omicidio a Putignano La doppia vita di «Rusty» L’ultimo addio ad Antonella (Gazzetta del Mezzogiorno – 9 gennaio 2012)
Come in un thriller di Alfred Hitchcock, la povera Antonella Riotino ha capito solo poco prima di morire che lo stalker che dalla fine di ottobre la stava perseguitando, minacciandola attraverso degli sms e il social network Facebook era il suo ragazzo Antonio Giannadrea. Fino a quel momento, ossia fino a quando Antonio, la sera del 4 gennaio, completamente fuori di sé, gli si è rivoltato contro, pestandola a sangue e colpendola al petto e alla gola con un grosso coltello da cucina, lei aveva creduto ingenuamente che dietro lo pseudonimo «Rusty Light», ispirato ad un videogioco giapponese regalato dalla ragazza al suo fidanzato diciannovenne, e dietro agli sms minatori che la facevano piangere e arrabbiare, c’era un gruppo di amiche invidiose della sua relazione, un gruppo che non perdeva occasione per spettegolare sul suo conto e prenderla in giro per il suo aspetto. 
È questo uno degli elementi nuovi che emergono dall’indagine sull’assassinio di Antonella Riotino, 21 anni, studentessa all’istituto tecnico «Agherbino» indagini che non si sono fermate neppure ieri nel giorno dei funerali della ragazza. Nella camera ardente allestita nella chiesetta dei Cappuccini, i genitori di Antonella hanno vegliato in preghiera per tutta la mattina, insieme ai parenti e agli amici della giovane. I genitori del presunto assassino sono stati visti passare in automobile davanti alla chiesa. Non si sono fermati, sconvolti per il tragico epilogo di questa storia che mai avrebbero immaginato possibile anche nel peggiore dei loro incubi. Molti gli amici comuni ai due ragazzi che ieri hanno partecipato al rito funebre per dare il loro ultimo saluto ad Antonella. Lei sembrava felice, dicono, pronta a difendere la sua relazione da tutto e da tutti. Forse per questa ragione i pettegolezzi, le maldicenze e le minacce messe in giro attraverso la rete la infastidivano più di ogni altra cosa.
Nei primi giorni di dicembre, insieme ad una amica, si era presentata ai carabinieri per denunciare la diffamazione, continua e volgare ai suoi danni. Secondo la ricostruzione elaborata dagli investigatori Antonio Giannandrea, giovedì sera, avrebbe gettato la maschera e non sapendo come fare per interrompere quella relazione nella quale si sentiva imprigionato, ha aggredito Antonella, sfogando su di lei, piccola e gracile, che ad ogni incontro con le sue braccia lunghe e sottili gli cingeva la vita senza mai staccarsi, un senso di frustrazione che forse aveva radici ben più profonde.
La loro storia di amore era cominciata alla fine dell’estate ed era andata avanti tra qualche incomprensione e molti batticuore. «Ciao, ci vediamo questa sera… al solito posto» le ha scritto in un sms Antonio la sera in cui l’ha ammazzata. «Era un ragazzo solitamente silenzioso, per tirargli fuori qualche parola bisognava usare le pinze» dice un amico della famiglia Giannandrea che aggiunge: «Riservato e tranquillo, come tutti gli introversi a volte reagiva con troppa veemenza ma mai e poi mai avremmo potuto immaginare una reazione violenta e distruttiva. Io e i miei familiari non riusciamo a credere che sia accaduto tutto questo».
Silenzioso, riservato nei rapporti con gli amici ed i familiari, nella realtà virtuale di internet, Antonio, sostengono gli investigatori, si trasformava, diventando loquace ed estroverso. Un fiume in piena di parole, di emozioni, di sentimenti contrastanti che alla fine lo hanno travolto facendo di lui un assassino. È quanto emerge dalla ricostruzione degli investigatori del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Gioia del Colle, guidati dal luogotenente Antonio Casalino che sono riusciti a dare una rapida soluzione al caso con la collaborazione dei militari della stazione di Putignano, al comando del luogotenente Ba tolomeo Nucci.
Da quello che si è saputo il ragazzo avrebbe cercato di depistare le indagine per poi cedere davanti alla evidenza di una serie di elementi raccolti dai carabinieri sulla scena del delitto e nel corso della perquisizione condotta in casa sua (in particolare il suo computer e il telefonino di Antonella). Sarà celebrata questa mattina davanti al gip del Tribunale di Bari Marco Guida l’udienza di convalida del fermo di Antonio Giannandrea accusato di omicidio volontario premeditato e difeso dagli avvocati Francesco Matarrese e Antonia Bello.

 

Il fidanzato: “Ho ucciso Antonella durante un lungo abbraccio” (la Repubblica – 9 gennaio 2012)
E’ stato convalidato il fermo di Antonio Giannandrea, arrestato con l’accusa di aver ucciso Antonella Riotino: è stato incastrato dalle ferite sulle mani. Ieri i funerali della vittima. Da tempo tra i due c’erano litigi e incomprensioni e la ragazza riceveva messaggi di morte anche sul cellulare
E’ stato convalidato il fermo di polizia giudiziaria nei confronti di Antonio Giannandrea, il 18enne di Putignano, accusato dell’omicidio di Antonella Riotino, la studentessa di 21 anni trovata morta tra i fossi alla periferia del paese il 4 gennaio scorso. Ieri è stato celebrato il funerale della studentessa, il cui feretro è stato avvolto da un velo da sposa, tra i fiori bianchi. Antonella è stata uccisa a circa 300 metri da casa. Picchiata, soffocata e sgozzata. E’ stato arrestato con l’accusa di omicidio il fidanzato di Antonella Riotino, la ventenne uccisa a Putignano, nel barese, la cui scomparsa era stata denunciata giovedì mattina dai familiari, allarmatisi per il mancato rientro a casa della studentessa.
“Sono stato io”: ha detto al gip del tribunale di Bari Marco Guida, Giannandrea. Non ha fornito un movente convincente ma confidato il particolare di avere strangolato Antonella durante un abbraccio, facendole perdere i sensi, mentre le ripeteva di amarla e di averla poi uccisa colpendola con un coltello. Giannandrea è nel carcere di Bari dal 5 gennaio scorso, dopo aver ammesso il delitto a conclusione di un lungo interrogatorio nella caserma dei Carabinieri di Gioia del Colle.
Il ritrovamento del cadavere – Il corpo della vittima presentava una profonda ferita alla gola, probabilmente inferta con un coltello. Dai primi accertamenti dei carabinieri, pare che la coppia negli ultimi tempi litigasse spesso, e che l’ennesima discussione sia avvenuta per strada, proprio nella giornata della scomparsa della studentessa. Il cadavere della giovane di Putignano è stato trovato dai carabinieri la scorsa notte in una scarpata alla periferia della cittadina, su segnalazione dello stesso ragazzo, suo compagno di scuola, da subito fortemente sospettato dell’omicidio. Il delitto sarebbe avvenuto in strada, poi il giovane avrebbe fatto rotolare il cadavere. Sul corpo della vittima sono stati trovati segni di strangolamento, di percosse e di arma da taglio. Sarà l’autopsia e in particolare l’anatomopatologo a stabilire la causa del decesso.
Tradito dalle ferite alle mani – Antonio Giannandrea è stato ‘tradito’ da vistose lesioni che ha riportato sulle mani. “Sì, sono stato io”, ha detto ai carabinieri, prima di condurli sul luogo del delitto, in via Fratelli Bandiera. In nottata è stato condotto al carcere di Bari. Convocato insieme con altri amici della ragazza in caserma per ricostruire la vita di Antonella, i carabinieri hanno immediatamente notato le vistose lesioni che il 18enne aveva sulle mani. Gli hanno quindi chiesto come se le fosse procurate e la sua sicurezza, ostentata in un primo momento, ha cominciato a vacillare fino a quando, alle due di notte, ha finito per ammettere l’omicidio, indicando ai militari il luogo dove aveva nascosto il corpo, un terreno alla periferia di Putignano, dove aveva anche cercato di coprirlo. Qui gli investigatori hanno trovato un coltello da cucina che potrebbe essere stato quello utilizzato per provocare le lesioni al collo della ragazza. Nell’abitazione del giovane i carabinieri hanno trovato e sequestrato alcuni indumenti al vaglio della Squadra investigazioni speciali dell’Arma.
Il movente passionale – Una storia d’amore molto travagliata, quella tra i due ragazzi, fatta di incomprensioni, feroci litigate, minacce e abbandoni e ritorni d fiamma. Il motivo dell’assassinio starebbe proprio in questa difficile relazione. Gli inquirenti stanno cercando di definire i motivi precisi della lite ma, al momento, sembra che il delitto sia scaturito mercoledì sera durante l’ennesima discussione, nel corso della quale la ragazza forse avrebbe ribadito al ragazzo di volerlo lasciare. A quel punto il raptus: lui le avrebbe afferrato la testa e sbattuta contro un muretto, poi le avrebbe messo le mani al collo e infine la coltellata mortale sul lato destro del collo.
Il depistaggio su Facebook – Le incomprensioni tra la ragazza e Antonio, studente dell’Istituto alberghiero, lo stesso frequentato da Antonella, andavano avanti da diverso tempo. Un periodo durante il quale il giovane – è stato confermato da fonti investigative – avrebbe anche inviato minacce ad Antonella attraverso messaggi su Facebook da un profilo a lei sconosciuto e con il nick name “Rasta light”, come il nome di un videogioco che la vittima aveva regalato al suo fidanzato. Attraverso questo profilo di fantasia, ieri, ha anche inviato un messaggio alla sorella di Antonella (con la quale aveva ‘stretto amicizia’ assieme ad altre 59 persone per crearsi un alibi) tentando un depistaggio. Un messaggio consegnato in copia dalla sorella della vittima ai carabinieri. Da qui le indagini tecniche, autorizzate dalla Procura e portate a termine in pochissimo tempo dagli uomini della Compagnia di Gioia del Colle e della stazione di Putignano, che hanno chiuso il cerchio inducendo il giovane a confessare. I militari sospettano che la soluzione del caso possa essere proprio su Internet. Gli inquirenti sospettano infatti anche che il ragazzo sia entrato nel profilo Fb di lei, di cui conosceva la password di accesso, e abbia aggiornato lo status per sviare le indagini e allontanare i sospetti.
Le minacce – “Antonella era come una sorella per me. Io e mia moglie Pasqua sapevamo che lei riceveva minacce di morte, per questo un mese fa l’avevo accompagnata dai carabinieri per sporgere denuncia”. Vito, quarantenne, è l’unico condomino del palazzo in cui vive la famiglia Riotino a parlare con i cronisti e a raccontare dei messaggi che la vittima riceveva sul proprio profilo di Facebook e, via sms, sul telefonino. Secondo Vito, il misterioso pseudonimo, era riconducibile a Giannandrea. Sempre secondo il vicino di casa dei Riotino, Antonio Giannandrea aveva una doppia vita, nel senso che pubblicamente appariva il fidanzatino bravo e premuroso ma poi si trasformava in una sorta di stalker. Antonella era la primogenita di quattro figli: dopo di lei era nato Domenico, di circa 20 anni, e le gemelle Giulia ed Eleonora, diciannovenni. Il papà della vittima lavora in un ristorante, la mamma è invece una casalinga.


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