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Alice Acquarone, 46 anni, dipendente di una mensa scolastica, mamma. Massacrata dal compagno che le sfonda il cranio, avvolge il corpo in un tappeto e lo getta nel cortile condominiale

Torino, 5 Aprile 2009


Titoli & Articoli

Imperiese la donna uccisa a Torino (il Secolo XIX – 9 aprile 2009)
Alice era una ragazza solare, a Torino l’hanno definita “naif”. «Dolce, sincera e bella». Così la ricordano gli abitanti della Marina e i vicini di via Rambaldo.
È un’imperiese, tra l’altro molto conosciuta a Borgo Marina sino alla metà degli anni ‘80, Alice Acquarone, quarantaseienne, la donna uccisa a Torino nella sua abitazione al quarto piano di Largo Nicola Fabrizi 110 nel pomeriggio di domenica scorsa e trovata cadavere nel cortile del palazzo. La donna, che ha lasciato Imperia nel 1985 per trasferirsi nel capoluogo piemontese, sposata e divorziata a Torino, madre di due figli, è la sorella del noto fotografo Gerolamo Acquarone, un reporter che si è affermato soprattutto per le centinaia di foto di vele d’epoca diffuse nel mondo.
Da domenica notte Gerolamo è a Torino, il suo cellulare irragiungibile, distrutto dal dolore per la tragica scomparsa dell’unico familiare rimasto. Sospettato dell’omicidio è un amico di Alice, Alain Stefanoni, 43 anni, un uomo con alcuni problemi di carattere, che è stato fermato dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino subito dopo la scoperta. È stato notato da alcuni abitanti dello stesso condominio di Largo Fabrizi trascinare il cadavere avvolto in un tappeto. Quegli stessi vicini la sera del rinvenimento avevano sentito i due litigare furiosamente.
Ieri, Stefanoni è comparso davanti al gip per l’udienza di convalida. Si è sempre dichiarato innocente. «Io non c’entro – ha detto – siete pazzi. Sto malissimo per quello che è successo». Ma alcune tracce di sangue trovate sul suo portafogli lo incastrerebbero. Ieri mattina poi la confessione. Alice era una ragazza solare, a Torino l’hanno definita “naif”. «Dolce, sincera e bella». Così la ricordano gli abitanti della Marina e i vicini di salita Rambaldo. Aveva studiato a Imperia, all’istituto tecnico, poi, appena ventiduenne, aveva deciso di trasferirsi a Torino. La sua passione era il mare, ma pochi anni dopo aveva deciso di sposarsi con Mauro Ranzani e poi erano nati i due figli, eventi che l’avevano richiamata a Torino, a Villar Perosa per l’esattezza. Amava la natura e soprattutto gli animali. Era inseparabile dal suo yorkshire cane al quale, dicono, «parlava come fosse il suo bambino». E amava anche vestire casual o indossare un abbigliamento originale, hippie addirittura: capelli sempre di una tinta diversa, gonnellone, scarpe senza tacco, orecchini multicolori, anelli e braccialetti acquistati probabilmente sulle bancarelle o creati da lei stessa con quello che trovava in casa.
«Una ragazza speciale – raccontano di lei a Imperia – Sfortunata purtroppo, peccato quella fine». Sarebbe recente la crisi del suo matrimonio. Ma nonostante la crisi coniugale non aveva perso il suo stile. «Ecco come si può restare giovani, continuando a vivere e a vestirsi come una ragazza, in modo naturale». hanno detto i vicini di casa di Torino.

 

 

Amore Criminale – La storia di Alice, uccisa dal compagno con una chiave inglese (il Sussidiario – 18 maggio 2013)
(…) La storia di Alice e Alain Dante Stefanoni nasce all’angolo di una strada dove lui vendeva i giornali e lei andava a comprarli pur di incontrarlo. una ragazza stravagante, separata con due figli e desiderosa di ritrovare la felicità. Entrambi infatti si trovano in un momento in cui l’amore è ciò che cercano. A raccontare Alice ci sono in studio i figli, che con grande commozione e amore descrivono la loro mamma e la sua storia, una storia quella con Alain che comincia da subito con diffidenza. Nonostante infatti la donna sia molto presa da lui, già al primo incontro con i figli, l’uomo dimostra una certa possessività cercando continuamente, anche in loro presenza, un contatto fisico con lei, come per marcare un bene di sua proprietà. Alice però sembra felice con lui, sembra aver ritrovato quella serenità che cercava, e per non creare problemi ai figli è lei ad andare a casa di Alain.
L’uomo conduce una vita sregolata, non ha una famiglia, dalla quale si era allontanato tempo prima, e fa abuso tra l’altro di hashish e psicofarmaci. Alice è tutto ciò che ha ed è per lui un’ossessione e mostra ben presto comportamenti compulsivi nei suoi confronti. Subito si avvertono i primi segnali: lunghe chiamate notturne, tentativo di mettere zizzania tra i componenti della famiglia, creando una vera e propria guerra di posizione tra lui ed i figli, di cui non tollera neanche le telefonate, e fino ad arrivare ad un vero e proprio litigio con Luca, il figlio maggiore. Ma Alice lo giustifica, lo protegge, tenta di descriverlo come un buono e quando si rende conto che comincia ad essere oppressivo perché ha paura di essere allontanato, lei non smette di stargli accanto, gli dà soldi, lo aiuta come una madre con un figlio e prima di un’eventuale separazione vorrebbe che lui trovasse un lavoro, si sistemasse.
Di fronte alle sue continue richieste di attenzioni, la gioia di Alice di avere un compagno si trasforma in un peso dal quale non riesce a liberarsi. La loro relazione dura per circa otto mesi fino a quel fatidico 5 aprile 2009. mattina ed Alice si sta preparando per uscire quando dice alla figlia Chiara che andrà al mercato con Alain. Lei non la prende tanto bene e la rimprovera, cercando di farle capire che si comporta come una ragazzina, perché quell’uomo le fa del male. Quella discussione è l’ultima occasione in cui Chiara vedrà la madre.
Alice va al mercato con le lacrime agli occhi per le parole della figlia e perché si rende conto che deve riuscire ad allontanare Alain una volta per tutte, così comincia a discutere anche con lui, che non accetta assolutamente le sue motivazioni. Per parlare più tranquillamente lo porta a casa, dove c’è il figlio Luca con la fidanzata, a quali chiede di uscire di casa. Probabilmente Alice ha intenzione di parlare con calma ad Alain e di lasciarlo definitivamente e per farlo lo invita a pranzo.  Purtroppo è però impossibile sapere cosa sia successo in quella casa, perché Alice viene ritrovata direttamente cadavere nel cortile del suo palazzo, con il viso completamente fracassato. Quando Chiara rientra a casa trova i carabinieri ed i vicini di casa sul pianerottolo, ma nessuno ha il coraggio di comunicarle l’accaduto, si limitano ad impedirle di salire. Quando poi arriverà il padre le sarà tutto chiaro, quel corpo avvolto in una coperta ed impacchettato è di sua madre.
Nel frattempo, viene rintracciato Luca, che condotto in caserma riceve subito la notizia e non esita ad essere d’aiuto per condurre i carabinieri a casa di Alain, riconosciuto da uno dei vicini mentre trascinava il corpo di Alice giù per le scale. Alain confesserà tutto qualche giorno dopo, raccontando di aver perso la testa perché lei, l’unica persona importante nella sua vita, voleva lasciarlo. In nome del suo incondizionato “amore” le ha quindi fracassato la testa con una chiave inglese, poi ritrovata, ed ha tentato goffamente di occultare il cadavere. Grazie alla seminfermità mentale sarà condannato a 16 anni di carcere, mentre Chiara non rientrerà più in quella casa in cui aveva visto la mamma per l’ultima volta…


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